Dagli studi effettuati emerge come una larga fetta dell'opinione pubblica italiana sovrastimi la presenza di stranieri sul territorio, e associ automaticamente a questa presenza un pericolo per la sicurezza pubblica dovuto ad attivita' criminali e terroristiche da parte degli immigrati
PADOVA, 12 settembre 2012 – I media usano un linguaggio che alimenta la paura dell'emigrazione? Secondo una ricerca dell' Universita' di Padova, se l'aggressore e' un emigrato la cronaca nera utilizza nel 65% dei casi legate all'animalita', come 'il selvaggio' o 'la bestia', mentre se e' italiano il 66,7% delle volte le metafore sono legate all'esplosivita' della sua azione, come 'la lite e' scoppiata' o 'e' esplosa'.
Il tema sara' affrontato venerdi' 14 settembre nell'Archivio Antico di Palazzo del Bo nel corso del convegno 'Immigrazione, paura del crimine e i media: ruoli e responsabilita''.
La ricerca, sostenuta dalla Fondazione Cariparo e guidata da Jeroen Vaes del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, ha indagato le modalita' con cui i media formano le percezioni delle persone sugli immigrati e sulla sicurezza delle citta' in cui vivono.
Dagli studi effettuati emerge ad esempio come una larga fetta dell'opinione pubblica italiana sovrastimi – anche del 20% – la presenza di stranieri sul territorio, e associ automaticamente a questa presenza un pericolo per la sicurezza pubblica dovuto ad attivita' criminali e terroristiche da parte degli immigrati. Secondo i ricercatori questo allarme e' ingiustificato dal punto di vista dei fatti, ed e' correlato al modo con cui i media italiani 'raccontano' l'immigrazione.
Il linguaggio utilizzato nelle cronache da giornali e televisioni – spiegano i ricercatori – sarebbe caratterizzato da errori sistematici e rappresentazioni fuorvianti che creano pregiudizi e stereotipi nei confronti di chi arriva nel nostro Paese. Al progetto di ricerca hanno collaborato anche studiosi dello IUAV di Venezia e dell'Universita' degli Studi di Trieste.