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La storia di Rachid Bayere e degli affitti negati perchè burkinabé di origine

Roma, 31 ottobre 2022 – Ogni giorno migliaia di stranieri, nati e cresciuti in Italia, sentono ribadire l’importanza dell’integrazione. Poi, però, si scontrano con la realtà, una realtà fatta di razzismo e negazioni. L’ennesimo esempio è Rachid Bayere, un ragazzo di 24 anni trevigiano da quando è in fasce, ma burkinabé di nascita. E proprio questa caratteristica non gli sta consentendo di trovare una casa in cui andare ad abitare, nonostante sia in grado di dare tutte le garanzie richieste.

Razzismo a Trento: casa negata a un ragazzo straniero

Rachid Bayere ha 24 anni, un diploma, un lavoro e un’azienda che direttamente nel contratto inserisce anche il pagamento dell’affitto dell’abitazione. Perito informatico specializzato in cyber security, ha scelto di lasciare il Veneto per trasferirsi in Trentino dove la società per cui lavora è impegnata nella configurazione di linee telefoniche e nella gestione della rete internet. Insomma, ha tutte le carte in regola per essere un buon affittuario. Nonostante questo, però, non riesce a trovare una casa. O meglio: non riesce a farlo da quando hanno saputo che è burkinabé di nascita.

Come per chiunque in cerca di una casa, l’iter è stato ordinario: Rachid si è messo in contatto con un’agenzia, ha spiegato le sue esigenze e il budget fornito dall’azienda, ha discusso della posizione. Dopodiché l’agenzia ha iniziato a presentargli delle proposte, alcune libere fin da subito. Così si è recato al primo appuntamento. Al suo arrivo, però, la proprietaria si è fatta vedere piuttosto stupita. Di fronte, infatti, non si è trovata un comune trevigiano, ma un alto ragazzo dalla pelle scura e la barba brizzolata. “Ciao, io sono Rachid, ci siamo sentiti per telefono”. Da subito si percepisce una certa tensione nell’aria. “Hai la parlantina meglio degli italiani”, ha commentato lei a un certo punto. Durante la conversazione, poi, non sono mancate le domande sull’origine di Rachid. E alla fine casualmente la ragazza che ancora viveva nella casa ha “cambiato idea”, quindi non era più possibile vederla dentro.

Questo gesto ha sollevato una serie di perplessità che, a loro volta, sono state racchiuse in un’unica spiegazione: una velata espressione del razzismo. Anche perchè dalla visita pare che la ragazza abbia deciso di non lasciare più l’appartamento. Insomma, un cambio di rotta improvviso che fa pensare. Tra l’altro quella è stata la prima di una serie di esperienze tutte uguali: al telefono tutto ok, quando poi però si iniziava a parlare di documenti la situazione virava sempre verso lo stesso esito. Nemmeno delegare all’azienda il compito ha portato più successo: la provenienza dal Burkina Faso era sempre un problema.

Questa storia è andata avanti per cinque mesi, cinque mesi nei quali Rachid è stato costretto a spostarsi tra un B&B e l’altro. Ora è in affitto, ma solamente perchè un’amica ha deciso di intervenire e fare da mediatrice.

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