Roma, 27 luglio 2023 – La Tunisia, come molti Paesi lungo le rotte migratorie, si trova di fronte a una sfida complessa e delicata riguardante il flusso di migranti subsahariani che cercano rifugio o opportunità di vita migliore nel paese nordafricano. Il Ministro dell’Interno tunisino, Kamel Feki, ha recentemente risposto ad un’interrogazione parlamentare sottolineando l’importanza di affrontare la questione con sensibilità umanitaria e in linea con i diritti umani e i protocolli internazionali.
La posizione espressa dal Ministro riflette il desiderio della Tunisia di non diventare un Paese di transito o di insediamento per i migranti subsahariani, ma al contempo di agire con compassione e rispetto verso queste persone vulnerabili. È comprensibile che la società tunisina possa avere limiti riguardo all’integrazione di grandi flussi migratori, ma ciò non significa che il Paese debba rinunciare ai suoi obblighi umanitari.
Il governo tunisino, come evidenziato dal Ministro Feki, sta cercando di affrontare la questione in modo responsabile. Pur non accettando centri di accoglienza, il governo si impegna per fornire assistenza sanitaria e condizioni umane ai migranti subsahariani che si trovano sul suolo tunisino. Questa iniziativa riconosce la dignità umana di queste persone e cerca di garantire che i loro bisogni basilari vengano soddisfatti, anche se solo temporaneamente.
È altrettanto importante notare che il Ministro ha invitato le organizzazioni internazionali a cooperare con le autorità tunisine e con i Paesi vicini, Libia e Algeria, per proteggere i confini e ridurre i flussi migratori verso la Tunisia. Questa richiesta di collaborazione dimostra la volontà del Paese di affrontare la questione dei migranti subsahariani in modo condiviso, cercando soluzioni a livello regionale e internazionale.
È comprensibile che la Tunisia debba gestire attentamente la situazione, ma è altrettanto essenziale che la gestione sia basata sui principi dell’umanità e del rispetto per i diritti umani. La disumanizzazione dei migranti, così come qualsiasi forma di trattamento crudele o ingiusto, non solo offende l’immagine del Paese, ma viola i valori fondamentali della dignità e dell’uguaglianza.
La Tunisia, insieme alla comunità internazionale, può lavorare per affrontare la questione dei migranti subsahariani attraverso un approccio olistico. Ciò include la creazione di programmi di integrazione e accoglienza adeguati, il miglioramento delle condizioni socio-economiche nella regione, il contrasto delle reti di traffico umano e la promozione di partenariati regionali per affrontare il fenomeno migratorio con una prospettiva condivisa.
Inoltre, è fondamentale coinvolgere le organizzazioni internazionali, come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), per fornire il necessario supporto umanitario e sostenere gli sforzi del governo tunisino.