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Lamorgese: “L’immigrazione è un fenomeno strutturale che ci accompagnerà a lungo”

Roma, 13 settembre 2021 – Intervista del quotidiano Corriere della sera al ministro Lamorgese

La accusano di aver favorito l’aumento degli arrivi di migranti: 5.683 nel 2019, 19.982 nel 2020 e 39.965 fino ad oggi nel 2021. Che cosa risponde?
«Dobbiamo essere consapevoli che l’immigrazione è un fenomeno strutturale e non congiunturale, che ci accompagnerà a lungo. E la crisi pandemica ha acuito una depressione socio-economica nelle aree tradizionali di origine e transito dei flussi, favorendo ancor più la spinta migratoria. Un altro fattore che ha inciso negativamente è quello delle gravi crisi istituzionali, sociali ed economiche che hanno colpito Libia e Tunisia e che hanno evidenziato come non si possa prescindere da un’azione forte della comunità internazionale per la stabilizzazione duratura dei due Paesi».

La preoccupano i probabili nuovi flussi da Est a seguito della crisi afghana?
«Certo. E quello che arriva dal nuovo governo, insediatosi proprio a ridosso del ventennale dell’u settembre, non è un buon segnale. Al Forum di Londra di-giovedì scorso, con i ministri dell’Interno e della Sicurezza del G7 abbiamo condiviso la forte preoccupazione per lo scenario afghano e fissato alcuni punti comuni: rafforzare ogni sforzo contro il terrorismo, combattere la migrazione irregolare e le reti dei trafficanti, cooperare con i Paesi della regione in cui sono ospitati i rifugiati afghani».

Sul fronte sud dell’immigrazione, quali iniziative sono in corso con Libia, Tunisia e altri Paesi coinvolti?
«La malaugurata ipotesi di uno slittamento delle elezioni in Libia potrebbe segnare la ripresa di forti tensioni. Nella stessa regione, le prospettive dell’economia tunisina sono preoccupanti e per questo, nell’ambito del negoziato del nuovo Patto europeo su immigrazione e asilo, stiamo sostenendo la necessità e l’urgenza di un approccio coordinato e solidale, insieme a un grande piano economico per il Nord Africa, che sappia garantire il diritto dei richiedenti asilo ma anche la condivisione degli oneri tra tutti gli Stati. ll pieno coinvolgimento dei Paesi terzi è indispensabile per combattere le reti del traffico dei migranti: su questo fronte il nostro impegno è costante, e infatti ora e operativa una linea di comunicazione diretta con la Tunisia per rendere più efficace l’individuazione all’origine delle partenze dei barconi dalla costa nordafricana».

Anche dopo ll suo arrivo al Viminale le navi rimangono spesso in attesa per giorni prima di ottenere il permesso di sbarco, come accadeva con Salvini. E ancora questa la politica del governo?
«Da oltre un anno il Covid19 ha reso più complesse tutte le procedure di prima accoglienza, soprattutto quelle che riguardano l’allestimento delle strutture di isolamento sanitario, tanto che abbiamo dovuto ricorrere alle navi traghetto per lo svolgimento della quarantena. Siamo stati costretti a individuare soluzioni articolate per evitare l’impatto sulle comunità locali e organizzare il necessario screening sanitario di tutti i migranti al momento dello sbarco».

Ma come si fa a convivere in un governo dove uno dei leader della maggioranza, Matteo Salvini, l’attacca continuamente definendola «la persona sbagliata al posto sbagliato»?
«Con una coalizione così ampia, i ministri sono costretti a grandi sforzi per individuare un punto di equilibrio tra posizioni talvolta distanti su molti temi sensibili, non solo l’immigrazione. Certo, quando gli attacchi partono da chi sostiene il governo, diventando martellanti e personali, finiscono per danneggiare l’immagine dell’amministrazione e dell’intero esecutivo, in un momento molto delicato per il Paese nel quale occorrerebbe più coesione».

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