Roma, 20 giugno 2025 – Nel 2024 il numero dei lavoratori domestici regolari che hanno versato almeno un contributo all’INPS è stato pari a 817.403, segnando una diminuzione per il terzo anno consecutivo, con una flessione del -3% rispetto al 2023. Dopo il picco registrato tra il 2020 e il 2021, grazie alla regolarizzazione spontanea dovuta al lockdown e al decreto sull’emersione di rapporti di lavoro irregolari (d.l. 34/2020), tra il 2021 e il 2024 si è registrata una perdita complessiva di circa 158mila lavoratori.
La diminuzione complessiva ha interessato soprattutto gli uomini (-7%) rispetto alle donne (-2%). Le donne continuano comunque a rappresentare la maggioranza assoluta della categoria con 726.589 lavoratrici, ovvero l’89% del totale, mentre gli uomini rappresentano l’11%, con 90.814 lavoratori.
Geograficamente, il Nord-Ovest è l’area con il maggior numero di lavoratori (30,7%), seguita dal Centro (27,6%), dal Nord-Est (19,9%), dal Sud (12,2%) e infine dalle Isole (9,6%). La Lombardia risulta la regione con la maggiore concentrazione, con 158.378 lavoratori (19,4% del totale nazionale), seguita da Lazio (14,1%), Toscana (8,8%) ed Emilia Romagna (8,5%). Queste quattro regioni raccolgono più della metà dei lavoratori domestici in Italia.
Per quanto riguarda la composizione per nazionalità, i dati evidenziano una netta prevalenza di lavoratori stranieri (68,6% del totale), nonostante una tendenza decrescente già iniziata nel 2022. Anche in questo caso, la Lombardia guida la classifica delle regioni con il maggior numero di stranieri (oltre 126mila), seguita da Lazio (circa 92mila) ed Emilia Romagna (circa 56mila). La percentuale di stranieri supera l’80% in queste regioni, mentre la Sardegna è la regione con la quota più bassa (18%).
Tra il 2022 e il 2024, il numero dei lavoratori stranieri è diminuito del -18%, mentre quello degli italiani del -13%. Nel 2024, rispetto al 2023, gli italiani sono diminuiti del -2,1% e gli stranieri del -3%.
La maggior parte dei lavoratori stranieri proviene dall’Europa dell’Est con 284.686 lavoratori (34,8% del totale), seguiti dagli italiani (31,4%), dal Sud America (8,5%) e dall’Asia Orientale (5,8%).
Un importante cambiamento riguarda la tipologia lavorativa: per la prima volta, la categoria delle badanti (50,5%) ha superato quella delle colf (49,5%). Le badanti, in particolare, prevalgono tra i lavoratori provenienti da Europa dell’Est, Asia Medio Orientale, Nord Africa, America del Sud e Centrale.
In termini anagrafici, il gruppo più rappresentato è quello di età tra i 55 e i 59 anni (18,6%), mentre il 25,7% dei lavoratori domestici ha un’età di 60 anni o più e soltanto l’1,5% ha meno di 25 anni.
Sul fronte delle retribuzioni emerge un dato significativo: contrariamente alla maggior parte delle categorie lavorative, le lavoratrici domestiche percepiscono mediamente salari superiori rispetto agli uomini, con una media annua di 7.800 euro contro 7.500 euro per gli uomini. Inoltre, la categoria delle badanti guadagna mediamente il 29% in più rispetto alle colf.