Protocollo d’intesa per lo scambio di dati. Servirà ad avere statistiche più affidabili, ma anche a combattere il lavoro nero
ROMA – Il Ministero dell’Interno e l’Inps hanno deciso di incrociare le loro banche dati.
Sarà l’occasione per fare insieme i conti sull’immigrazione in Italia, facendo andare finalmente d’accordo il numero di permessi di soggiorno rilasciati dalle Questure con quello dei lavoratori stranieri iscritti all’Inps, ma anche e sopratutto lo strumento per far uscire allo scoperto situazioni di lavoro grigio o nero.
La collaborazione partirà entro due mesi, grazie a un protocollo d’intesa "per la fornitura di dati e lo scambio di informazioni sui rapporti di lavoro dei cittadini stranieri", firmato lunedì scorso dal Prefetto Mario Ciclosi, Direttore Centrale per le Politiche dell’Immigrazione e dell’Asilo del Viminale e dal Direttore Generale dell’Inps Vittorio Crecco.
L’Inps si impegna fornire al Viminale una radiografia completa della posizione degli iscritti stranieri. Si va dalla denuncia del rapporto di lavoro, ai report statistici, alla situazione contributiva negli ultimi due anni. Verranno inoltre incrociati i dati del lavoratore immigrato con quelli del suo datore di lavoro.
A sua volta, il ministero dell’Interno comunicherà all’Inps i dati su nulla osta o permessi di soggiorno validi per lavorare rilasciati o rinnovati. A questi si aggiungeranno tutte le informazioni su lavoratore, datore di lavoro e condizioni contrattuali raccolte dagli Sportelli unici per l’Immigrazione, che verificano se ci sono i presupposti per l’assunzione.
Una flusso di informazioni che, specifica il protocollo, dovrà essere utilizzato solo "nell’ambito dei procedimenti di competenza e dei fini istituzionali, nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali". Un comitato di monitoraggio vigilerà sull’attuazione del protocollo d’intesa.
(22 giugno 2007)
EP