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Lavoro & integrazione. Quindici migranti diventano potatori di ulivi nel catanese

Roma, 27 febbraio 2025 – Nel cuore della Sicilia, a Scordia, un terreno confiscato alla criminalità organizzata ha fatto da scenario a un’iniziativa di formazione che coniuga inclusione sociale e valorizzazione del lavoro agricolo specializzato. Un gruppo di quindici migranti, accolti nei progetti Sai (Sistema accoglienza e integrazione) per adulti e minori stranieri non accompagnati di Acireale e Catania, ha partecipato a un corso di potatura dell’olivo organizzato dalla scuola “Guido Pannelli” di Spoleto e promosso dal Consorzio di cooperative sociali Il Nodo.

Un percorso di formazione e integrazione

Per due giorni, martedì e mercoledì, i partecipanti hanno seguito un percorso formativo che ha combinato teoria e pratica. Nella prima fase, attraverso una lezione frontale, gli studenti hanno approfondito la struttura dell’ulivo, la sua diffusione nel mondo, le dinamiche del mercato dell’olio d’oliva e i meccanismi di difesa naturale della pianta. Un’attenzione particolare è stata riservata alle migliori tecniche di gestione e potatura dell’albero, necessarie per garantire produttività e salute alla pianta.

La seconda fase, pratica, ha visto i partecipanti applicare direttamente sul campo le nozioni apprese, cimentandosi nella potatura del piccolo uliveto presente nel terreno confiscato. I giovani migranti hanno adottato la tecnica del vaso policonico, una metodologia che migliora la produttività dell’albero e consente di operare in sicurezza da terra, senza l’ausilio di scale o macchinari pericolosi.

Un’opportunità di crescita professionale

Al termine del corso, a tutti i partecipanti è stato rilasciato un attestato di partecipazione, riconoscimento che potrebbe rappresentare una chiave di accesso al mondo del lavoro agricolo specializzato. Fabrizio Sigona, presidente del Consorzio Il Nodo, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, evidenziando come il settore agricolo richieda sempre più figure altamente specializzate. “Queste professionalità non sempre sono presenti sul mercato, nonostante siano molto richieste dalle aziende che operano in maniera etica e che puntano alla qualità del prodotto che coltivano”, ha dichiarato Sigona.

L’esperienza non si è limitata all’apprendimento tecnico, ma si è trasformata in uno scambio culturale e linguistico tra docenti e studenti, rafforzando il valore dell’integrazione e della condivisione delle competenze. Un’iniziativa che dimostra come il recupero di terreni sottratti alla criminalità possa diventare occasione di riscatto e crescita, sia per il territorio che per chi lo vive e lo lavora.

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