Onorevole ministro,
ringraziandoLa per la risposta che ha voluto dare alla mia compagna Refka e alla sottoscritta, ci permetta di chiarire alcuni punti: innanzi tutto noi nelle nostre lettere – prendendo noi stesse come esempio – stavamo parlando in nome di tutti coloro che si trovano nella nostra stessa situazione, se non in una situazione peggiore.
Ci siamo permesse di rappresentare tutti coloro che stanno subendo il discrimine del Decreto “sicurezza e immigrazione”. Stavamo dunque parlando di tutti coloro che vedono la loro domanda di cittadinanza bloccata anche se avevano, precedentemente, ricevuto un parere positivo per la loro pratica. Si tratta di persone come la sorella di Refka, che ha presentato domanda prima dell’entrata in vigore del suddetto Decreto; di persone come la mia compagna Emanuela Obazee. Il caso di Emanuela Obazee è davvero particolare e meriterebbe maggiore attenzione da parte sua e di tutta l’opinione pubblica. La ragazza nata a Roma – che ancora attende una risposta – ha visto la sua pratica bloccata e tornare indietro nel procedimento burocratico.
Emanuela, i cui genitori hanno presentato domanda due anni fa, rischia di ripetere l’intera procedura in quanto compierà diciotto anni tra non molto. E come Emanuela, moltissimi altri i cui genitori si sono affrettati a presentare domanda di cittadinanza mentre loro sono ancora minorenni. La sottoscritta ha presentato domanda di cittadinanza nel 2017 e ora dovrà attendere altri due anni nei quali, tantissimi altri come noi non potremo accedere a concorsi nella pubblica amministrazione e/o a percorsi professionali e accademici a livello europeo.
E cosi come noi tantissimi altri, che si stanno impegnando per finire i loro studi per rappresentare questo paese che purtroppo ancora fatica a riconoscerci. Vorrei chiarire un aspetto importantissimo che, chi ha letto con attenzione le nostre lettere avrà capito; ciò che viene negato a noi stranieri è la possibilità di pianificare il nostro futuro, è la possibilità di partire ad armi pari rispetto a chi è cittadino; ora il tempo in cui questo nostro diritto ci viene negato è aumentato. Inoltre con riferimento alla risposta data alla sottoscritta, in cui faceva riferimento a dei “furbetti”, le vorremo ricordare che cosi come lei stesso ha affermato: “un eventuale errore di uno, non deve infangare il sacrificio e impegno di molti”.
Un altro punto che vorremo toccare è la poca trasparenza riguardo al percorso che la cittadinanza compie durante tutto il suo procedimento burocratico; effettivamente se si mette a disposizione del futuro cittadino un portale per controllare lo stato della propria pratica è bene che quest’ultimo sia curato e aggiornato affinché sia efficace. Refka, ci terrebbe a sottolineare che sebbene il suo decreto sia stato firmato, nulla toglie che fino ad ora ha avuto un ritardo di 7 mesi, mi permetta di dirle Onorevole che i termini previsti per legge dovrebbero essere rispettati.
Infine ci permetta di dirLe che le nostre paure, come quelle di milioni di stranieri, sono tutt’altro che infondate in quanto Lei stesso sa quanto è importante avere la cittadinanza. É importante sia per poter lavorare – soprattutto in ambito pubblico – sia per poter studiare nel caso si facessero studi internazionali. Possedere la cittadinanza ci permette di avere una vita “agevolata” nello stato in cui stiamo investendo.
Non ci siamo esposte solo per noi, ma anche per tutti coloro che si vedono ostacolati dalla sua politica che contrasta l’integrazione. Noi continueremo a scrivere e far sentire la nostra voce attraverso tutti i mezzi a nostra disposizione, fino a quando Lei non deciderà di incontrarci per discutere insieme il nostro futuro. Perché che a Lei piaccia o meno, Lei dovrebbe rappresentare anche noi i suoi “amici regolari”.
Elizabeth Arquinigo