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L’Europa verso una gestione “dura” dell’immigrazione

Obiettivi: stop alle regolarizzazioni di massa e stretta sui ricongiungimenti familiari BRUXELLES, 7 luglio 2008 – Stop alle regolarizzazioni di massa; accesso solo ai lavoratori immigrati di cui gli Stati membri hanno bisogno e solo per il periodo di tempo necessario; stretta sui ricongiungimenti familiari.

Questi alcuni dei cardini del ‘Patto europeo per l’immigrazione e l’asilo’ lanciato dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, e oggi sul tavolo dei ministri europei degli interni e della giustizia, che si ritroveranno a Cannes per il consiglio informale organizzato dalla presidenza francese dell’Ue.

Il patto – se i Ventisette riusciranno a raggiungere un accordo – avrà la forma di una dichiarazione politica comune, con la quale tutti gli Stati membri dell’Unione europea si impegneranno a condurre "un’azione coordinata per la gestione dei flussi migratori". Anche se ogni Stato resterà libero di gestire i flussi sul proprio territorio in base alle proprie competenze.

Ma la strada potrebbe essere tutt’altro che in discesa. Infatti, se il giro di vite sull’immigrazione fortemente voluto dall’Eliseo incontra il consenso di molti Stati – tra cui l’Italia – potrebbe non avere ancora il pieno appoggio di altri come la Spagna. Anche se un compromesso di massima sarebbe stato raggiunto proprio nella capitale spagnola venerdì, nel corso di un incontro tra i ministri competenti del governo Zapatero e del governo Fillon.

A dividere Parigi e Madrid è soprattutto la proposta della presidenza francese di porre fine alle regolarizzazioni di massa di immigrati clandestini, prediligendo invece regolarizzazioni "caso per caso" e solo "a titolo eccezionale" per motivi umanitari o economici. Il governo spagnolo – che di recente ha regolarizzato circa 600.000 lavoratori extracomunitari – vuole evitare ad ogni costo una formulazione del Patto che gli leghi le mani per il futuro. E nell’ultima bozza del testo avrebbe ottenuto la cancellazione di un passaggio che faceva riferimento proprio alle regolarizzazioni di massa avvenute negli ultimi anni in Italia ed in Spagna.

A non convincere la Spagna era anche la proposta di imporre agli immigrati regolari un ‘contratto di integrazione’ che avrebbe dovuto prevedere, tra le altre cose, l’apprendimento della lingua e l’impegno a rispettare la legge del Paese di accoglienza. Anche in questo caso il ‘contratto di integrazione’ sarebbe completamente sparito dalla bozza finale del Patto: "Questa idea – ha detto il ministro francese per l’immigrazione, Brice Hortefeux – non è che un punto minore del piano che non risentirà assolutamente della sua soppressione". Il Patto messo sul tavolo da Parigi prevede invece di combattere l’immigrazione clandestina anche attraverso il ricorso a sanzioni "dissuasive e proporzionate" contro le persone che sfruttano gli stranieri in situazione irregolare, facendo loro contratti di lavoro in nero o affittando loro un immobile. Richiesto anche un maggior coordinamento tra gli Stati membri per evitare che chi ha usufruito di aiuti per il rimpatrio su base volontaria non ritorni abusivamente nell’Unione europea.

La linea della fermezza caldeggiata dalla Francia piace al governo italiano, secondo il quale il Patto targato Sarkozy può davvero aprire una nuova stagione sul fronte della messa a punto di una politica comune europea sull’immigrazione. Dunque, tra Parigi e Roma sembra esserci perfetta sintonia, come ha dichiarato qualche giorno fa il capogruppo della Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. A Cannes saranno presenti il ministro della giustizia, Angelino Alfano, e il ministro degli interni, Roberto Maroni. Quest’ultimo in particolare avrà modo di illustrare ai colleghi europei cosa il governo Berlusconi ha fatto e sta facendo proprio sul fronte dell’immigrazione e della sicurezza.

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