Verso un rafforzamento di Frontex: i Paesi membri dovranno fornire uomini e mezzi. Più controllo sul rispetto dei diritti umani Martedì il voto a Strasburgo.
9 settembre 2011 – Più uomini e mezzi, anche grazie a un budget gestito autonomamente; squadre di intervento miste, con agenti che arrivano da tutti i Paesi europei; maggior controllo sul rispetto dei diritti umani; più solidarietà per i Paesi che, come l’Italia, sono maggiormente investiti da flussi migratori irregolari.
È la riforma di Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne, che l’Europarlamento varerà martedì prossimo a Strasburgo. L’obiettivo è rendere Frontex operativa, secondo le nuove regole, entro la fine di quest’anno.
Secondo le nuove regole, già informalmente concordate fra Parlamento e Consiglio, gli Stati membri non potranno rifiutarsi di fornire personale e attrezzature tecniche a Frontex, che avrà anche il potere di acquistare o affittare le proprie attrezzature e quindi, per la logistica, non sarà più dipendente dai governi nazionali. Il nuovo mandato dovrebbe rafforzare l’efficacia di Frontex.
Il Parlamento è riuscito, durante i negoziati con il Consiglio, a introdurre l’idea di una “Squadra di guardie di frontiera europee”, che dovrebbe rafforzare l’agenzia, unificando le attuali Squadre comuni di sostegno e le Squadre d’intervento rapido. Queste saranno composte da guardie di frontiera nazionali, designate dagli Stati membri, per le operazioni comuni, gli interventi rapidi e i progetti pilota.
Il Parlamento ha inoltre ottenuto l’accordo sulla partecipazione di un responsabile per i diritti fondamentali e di un forum consultivo sui diritti fondamentali, che avranno accesso a tutte le informazioni riguardanti le attività dell’agenzia e il rispetto dei diritti umani. In virtù di questo nuovo mandato, Frontex promuoverà la solidarietà tra gli Stati membri, in particolar modo quelli che affrontano “specifici e sproporzionati” carichi migratori.
EP