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L’hockey adotta lo ius soli: “Chi è nato in Italia gioca da italiano”

La Federazione modifica il regolamento: “Abbiamo dato un segnale di civiltà, consentendo ai ragazzi nati qui di disputare i campionati da italiani a tutti gli effetti”

Roma – 2 ottobre 2013 – La Federazione Italiana di Hockey sorpassa la politica sui temi del diritto di cittadinanza.

Grazie a una modifica del regolamento approvata la scorsa settimana dal consiglio federale, da oggi  i giocatori nati in Italia, minori o maggiorenni, avranno il diritto di partecipare ai campionati al pari degli italiani, anche se non in possesso della cittadinanza.
Gli stranieri tesserati dalla Federazione Hockey sono 343, di cui 93 comunitari. I giocatori interessati dalla nuova normativa sullo ius soli sono circa 50, minorenni o maggiorenni.

Nei massimi campionati (serie A1, maschile e femminile) potranno scendere in campo tutti i giocatori nati in italia senza cittadinanza e al massimo tre "stranieri" (nati all'estero e che vivono in Italia con regolare permesso di soggiorno, ininfluente che essi siano comunitari o extracomunitari), oltre a tutti coloro che sono già cittadini italiani.

Nato e regolamentato in Inghilterra, l’hockey su prato è praticato moltissimo in India e Pakistan, già colonie inglesi. “Il nostro è sempre stato uno sport caratterizzato dalla multietnicità – dice il presidente FIH, Luca Di Mauro  – e introducendo il principio dello ius soli nella nostra disciplina abbiamo semplicemente voluto abbattere una barriera che, da tempo, ci pareva fuori luogo per uno sport che abbiamo voluto dotare di un codice etico e che da sempre adotta la bella e amichevole pratica del terzo tempo”.

“Abbiamo fatto un passo importante – aggiunge il segretario generale FIH, Fabio Pagliara – nel nostro piccolo riteniamo di aver dato un segnale di civiltà, integrazione e di giustizia consentendo ai ragazzi nati in Italia e cresciuti nel vivaio di disputare i campionati da italiani a tutti gli effetti. Mi piace pensare che questo segnale possa servire anche in altri contesti. Per noi, come recita il progetto che portiamo avanti come Federazione Italiana Hockey, insieme ad altre cinque Federazioni Nazionali, lo Sport è Modello di Vita”.

Con tale regolamentazione la FIH intende dare un segnale, sperando che lo sport, come altre volte in passato, possa essere di buon esempio per la buona politica.

Samia Oursana
 

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