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L’inghilterra vuole limitare l’immigrazione “europea”

Il vicepremier Clegg: "Non si tratta di chiudere la porta, ma di stabilire il flusso di persone che entrano nel Regno Unito in maniera prudente e onesta"

Londra, 4 agosto 2014 – L'immigrazione nel Regno Unito dai paesi membri all'Unione europea dovrebbe essere limitata: e' quanto sosterra' oggi il vicepremier britannico, Nick Clegg, in un discorso che ha l'obiettivo di lanciare un dibattito cruciale sul controllo dell'immigrazione nel paese a nove mesi dalle elezioni generali.

Secondo una copia del discorso ottenuta dall'Afp, il leader dei liberal-democratici proporra' un rafforzamento dell'attuale sistema europeo di integrazione. Al momento, i nuovi membri dell'Ue devono attendere fino a sette anni prima che i loro cittadini possano acquisire il diritto di vivere e lavorare stabilmente in altri paesi dell'Unione.

Clegg sosterra' l'esigenza di un prolungamento di questo periodo di attesa a causa delle differenze economiche tra i diversi Stati. Per il vicepremier britannico, paesi come il Regno Unito dovrebbero avere il diritto di porre un limite agli ingressi a fronte di un flusso di migranti ritenuto insostenibile.

"E' normale – e lo dico come filoeuropeo – che si riformi la liberta' di movimento. Non si tratta di chiudere la porta, ma di stabilire il flusso di persone che entrano nel Regno Unito in maniera prudente e onesta", e' l'opinione di Clegg. "E' interesse di tutti coloro che vivono qui – che siano nativi del Regno Unito oppure no – essere sicuri che assieme a un nuovo membro dell'Ue non ci siano sorprese o preoccupazioni", secondo il leader liberal-democratico.
 

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