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L’ispettrice al lavoratore: “Torni in Perù, ci sarà più lavoro per i nostri”

È successo a Genova, durante un’ispezione in una casa in ristrutturazione. Il pubblico ufficiale del Ministero del Lavoro: “Io in casa mia non farei mai fare lavori ad extracomunitari!”

Roma – 29 maggio 2014 –Più di una volta, tanti immigrati si sono sentiti dire “Tornatene nel tuo Paese”. Ma che l’invito arrivi da un ispettore del lavoro nell’esercizio delle sue funzioni è decisamente inusuale, oltre che molto grave.

Eppure è successo a Genova, come racconta oggi sul Secolo XIX il giornalista Dario Freccero. Stavolta il cronista è testimone oculare del fatto, visto che è successo proprio nella sua casa, in fase di ristrutturazione.

“Settimana scorsa, poco dopo le 9 di mattina. Bussano due donne. Sono dell’Ispettorato del Lavoro. In quel momento – racconta Freccero – nel cantiere c’è l’impresa albanese che lavora, un peruviano che ha una ditta di cartongessi e un giovane albanese che ha già un altro lavoro ma è venuto a chiedere se c’è lavoro extra per arrotondare”.

Un controllo di routine, durante il quale le due ispettrici trovano un’irregolarità, manca infatti un piano di coordinamento della sicurezza, necessario quando c’è più di un’impresa al lavoro. Gli animi si scaldano, anche perché la ditta albanese ha già subito un’ispezione un mese prima e si sente in un certo modo “perseguitata”.

Poi, però, la discussione degenera: “L’ispettrice P., quella che dev’essere più in alto in grado, dice al peruviano: «...io in casa mia non farei mai fare lavori ad extracomunitari!»”. La replica del peruviano è pronta: “Io sono qui da tanti anni, pago le tasse. Cosa dovrei fare allora? “ “L’ispettrice .- scrive ancora Freccero – replica sarcastica: «Se ne torni pure a casa così magari ci sarà più lavoro per i nostri…»”.

Quell’invito, su insistenza del padrone di casa e nonostante le resistenze delle due ispettrici, è stato messo nero su bianco anche nel verbale dell’ispezione. Il 10 giugno è fissato il “processo” per le irregolarità del cantiere. Probabili sanzioni in arrivo per le ditte, ma non è dato sapere se anche l’ispettrice pagherà per le sue parole.
 

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