Roma, 20 novembre 2020 – Un nuovo studio condotto dai ricercatori del Joint Research Centre della Commissione Europea evidenzia che una maggiore partecipazione al mercato del lavoro dei migranti extracomunitari potrebbe generare grandi guadagni fiscali per i Paesi ospitanti.
Secondo lo studio, ci sono grandi differenze nei contributi fiscali dei cittadini nativi, dei migranti dell’UE e dei migranti extra-UE, e nei prossimi 20 anni i contributi di questi tre gruppi si evolveranno in modo molto diverso. Attualmente per i nativi si rileva un contributo fiscale netto più elevato rispetto ai migranti provenienti da fuori dell’UE, e simile rispetto ai migranti provenienti da Paesi UE. Tuttavia, a causa dell’invecchiamento delle popolazioni native, questa relazione è destinata ad invertirsi nel prossimo futuro.
Tra le più rilevanti evidenze emerse:
- I cittadini nativi diventeranno maggiori beneficiari netti della spesa pubblica rispetto ai migranti extra-UE, anche se non verranno adottate misure per facilitare l’accesso al mercato del lavoro per i migranti extra-UE;
- I migranti dell’UE, in particolare, in futuro saranno grandi contribuenti netti dei bilanci pubblici;
- Se non verranno adottate misure per migliorare l’integrazione nel mercato del lavoro dei migranti extracomunitari, i migranti dell’UE saranno in futuro l’unico gruppo a fornire un contributo netto positivo ai bilanci pubblici;
- Migliori opportunità di accesso al mercato del lavoro per i migranti extra-UE porterebbero a grandi guadagni fiscali: se i migranti extra-UE avessero lo stesso livello di partecipazione al mercato del lavoro dei cittadini autoctoni e dei migranti UE, potrebbero generare notevoli guadagni fiscali per i paesi ospitanti. Ciò contribuirebbe a compensare l’onere creato dai crescenti costi pensionistici generati dall’invecchiamento della popolazione autoctona.
Entro Novembre 2020 sarà presentato il Nuovo Piano d’Azione per l’integrazione e l’inclusione. Questo definirà azioni concrete e orientamenti strategici per gli Stati membri dell’UE, compreso il sostegno finanziario.
FONTE: INTEGRAZIONE MIGRANTI