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Lo Studio: difficile per i figli degli immigrati arrivare al benessere

Lo sostengono ricercatori dell’Unicef FIRENZE, 24 luglio 2009 – ”Per i figli degli immigrati è più difficile raggiungere il benessere, perchè in Italia, a differenza degli altri d’Europa e degli Usa, mancano dei programmi di integrazione specifici e anche la conoscenza corretta del fenomeno".

E’ quanto sostenuto dai ricercatori del centro ricerca Innocenti dell’Unicef, che stanno realizzando la sezione italiana di uno studio coordinato da Donald Hernandez dell’Università di Albany (Usa) sulla situazione dei bambini figli di emigrati.

Secondo lo studio, se in tutta Europa i giovani nelle famiglie immigrate in paesi ricchi soffrono una condizione di svantaggio, in Italia la situazione non è migliore. ”Nel nostro Paese – sottolinea Letizia Mencarini – il fenomeno e’ nuovo e poco conosciuto, oltre a essere variegato”. Secondo i ricercatori Unicef, il 7% dei bambini che vivono in Italia hanno almeno un genitore straniero e la maggior parte degli adulti svolge un lavoro inferiore alla propria qualifica culturale, condannando la famiglia a una scarsa crescita economica e sociale.

”Dalle prime analisi sul fenomeno emerge che gli stranieri in Italia nella fascia 15-21 anni solo per il 25% prosegue gli studi oltre la scuola dell’obbligo” ha spiegato Mencarini. Tra i meno istruiti ci sono i marocchini, seguiti da pakistani e senegalesi. Piu’ istruite le famiglie dell’Europa dell’Est o del Sud America.

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