Roma, 17 agosto 2023 – Nel corso del 2023, l’Italia si trova ad affrontare una sfida senza precedenti nel settore dell’immigrazione, con più di 100mila arrivi di migranti registrati dall’inizio dell’anno. Tale cifra, dichiarata dal Ministro degli Interni Matteo Piantedosi, segna il picco più alto dal 2017, sollevando interrogativi sulla capacità del governo di Giorgia Meloni di gestire questa ondata migratoria e mantenere le promesse fatte durante la sua ascesa al potere nel settembre del 2022. In particolare, il governo aveva fatto della promessa di adottare politiche più restrittive in materia di migrazione e contrasto al traffico illegale di esseri umani uno dei pilastri della sua piattaforma.
Il cammino politico di Giorgia Meloni, che ha portato alla sua elezione a capo del governo italiano, è stato caratterizzato dalla promessa di affrontare con determinazione la questione migratoria proveniente dal Nord Africa. Tuttavia, mentre l’opposizione accusa il governo di un fallimento evidente in materia di gestione delle migrazioni, i dati indicano che l’Italia e l’Unione Europea hanno tentato di stringere legami diplomatici per affrontare la situazione.
Nel tentativo di arginare il flusso migratorio, l’Italia e l’Unione Europea hanno recentemente siglato un memorandum d’intesa con la Tunisia, paese da cui proviene la maggior parte dei migranti sub-sahariani. Questo accordo prevede lo stanziamento di 100 milioni di euro di aiuti gestiti dall’Unione Europea, mirati a scoraggiare i migranti dal tentativo di raggiungere l’Europa. Tuttavia, finora sembra che gli effetti di questo accordo abbiano incontrato ostacoli nella pratica, mettendo ulteriormente in discussione l’efficacia delle strategie adottate.
L’anno 2016 rappresenta un punto di riferimento significativo in questa sfida migratoria, con un record di 180mila migranti arrivati in Italia in quel periodo. A fine anno, si saprà se il 2023 riuscirà a superare questo record storico. La situazione rimane fluida e in evoluzione, mettendo in luce la complessità di bilanciare l’approccio restrittivo del governo con la necessità di affrontare la crisi umanitaria che si svolge ai confini del paese.