Boldrini (Unhcr) “no allarmismi” la maggior parte di loro vuole andare in Francia e in Belgio
Roma – 1 marzo 2011 – Nell’accoglienza e gestione dei profughi “l’Italia non è il paese più esposto dell’Ue”. In previsione della probabile ondata di sbarchi, dopo la crisi del nord africa, è quanto mai opportuno “abbassare i toni come ha giustamente invitato a fare anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano”.
Ad affermarlo è stata la portavoce per l’Italia dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini, ascoltata oggi in audizione al Senato dalla Commissione diritti umani.
La Boldrini pur ammettendo che ”sarebbe auspicabile una forte cooperazione europea” per l’emergenza, ha ricordato che in questo momento “in Libia ci sono un milione e mezzo di immigrati più i rifugiati ma che fino ad oggi sono giunti sulle nostre coste solo 6.200 tunisini e quasi tutti vogliono andare in altri paesi europei come la Francia e il Belgio”.
La portavoce Onu ha poi affrontato il problema nei vari paesi europei spiegando come la situazione dei rifugiati sia molto disomogenea: “600mila in Germania, 200mila in Francia e 55mila in Italia”. Inoltre sono stati riportati i dati relativi all’anno scorso quando furono presentate “40mila domande di asilo in Germania, 47mila in Francia e 10mila in Italia”.
Nel contesto italiano va anche tenuto in considerazione che le domande di asilo sono in diminuzione “sono scese dalle 30mila del 2008 alle 17mila del 2009, fino alle 10mila del 2010” questo grazie anche alla politica dei respingimenti in mare, che tanto hanno fatto discutere durante la scorsa estate.
“In Italia – ha concluso la Boldrini – “vengono ospitati 55 mila rifugiati e ne sono stati accolti lo scorso anno altri 10 mila. Di questo dovremmo tener conto quando si va in giro a dire che l’Europa deve fare di più. L’Italia, insomma, non e’ il paese più esposto e non ha, in questo momento, il più grande carico di presenza di immigrati” rispetto agli altri paesi europei.