Il sottosegretario agli Esteri: "A chi arriva chiediamo di amare l’Italia e condividerne le regole" Roma – 19 giugno 2008 – "Sul tema della cittadinanza è necessario un dialogo sereno e aperto. Ritengo, per esempio, che chi è nato in Italia abbia diritto ad essere cittadino italiano".
Così il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, ospite della trasmissione "Italia Word" di Rai Italia.
"Al momento – aggiunge Mantica – si parla molto del diritto alla cittadinanza, anche per i cittadini stranieri che arrivano in Italia. Penso che il diritto alla cittadinanza, sia per gli immigrati che arrivano in Italia che per i cittadini d’origine italiana, debba passare attraverso un loro atto di volontà".
"Occorre dare la cittadinanza a chi ama l’Italia e condivide alcune regole e norme: le leggi fondamentali dello Stato come la Costituzione. Il riconoscimento da parte dello Stato della cittadinanza italiana – ha aggiunto il sottosegretario agli Esteri – passa da un nuovo modo di essere cittadini in un mondo che è cambiato".
Allargando lo sguardo all’immigrazione, l’esponente del governo sottolinea che "in Italia vi è un’insofferenza che non corrisponde alla realtà", mentre "dall’area dell’Africa e del Medioriente c’è una percezione di un’Italia come Paese senza regole". "Io penso che vi sia la necessità di regole certe, di tempi più rapidi della Magistratura ma anche di comprensione per chi viene in Italia per lavorare".
"Quando penso ad un giovane somalo che fa 2500 km a piedi nel deserto del Darfur e in quello libico, so che viene in Italia per cercare un mondo dove vivere, sopravvivere e lavorare. Come lo facevano gli italiani alla fine dell’800, specie dal mezzogiorno d’Italia, per andare a cercare all’estero la possibilità di una loro sopravvivenza".