Il sottosegretario all’interno: il ddl sicurezza non impedisce ai clandestini di dichiarare la nascita dei figli
Roma – 12 marzo 2009 – Secondo il sottosegretario all’interno Alfredo Mantovano, il ddl sicurezza non far “sparire” i figli degli irregolari. Sarebbe senza fondamento l’allarme lanciato dall’Asgi secondo il quale, se il testo non cambia, per iscrivere i figli all’anagrafe sarà indispensabile il permesso di soggiorno.
“Quanto riferito ieri da talune associazioni a proposito dell’iscrizione all’anagrafe del figlio di stranieri in posizione irregolare non trova fondamento nelle norme del ddl sicurezza, approvato dal Senato e ora all’esame della Camera”, spiega Mantovano in una nota.
“In base alla norma contestata (art. 45 lett f del ddl), per lo straniero in posizione irregolare l’assenza di permesso di soggiorno inibisce di ottenere il rilascio di ‘licenze, autorizzazioni, iscrizioni e altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati’. La disposizione, quindi -spiega- vieta al clandestino di ricevere una licenza di commercio, o documenti che costituiscano o preparino ‘provvedimenti’ in suo favore”.
”Nessun articolo e nessun comma, invece -chiarisce il sottosegretario – gli inibisce di dichiarare la nascita di un figlio: quest’ultimo infatti è un atto nell’interesse del bambino, e rende nota una situazione di fatto. Peraltro, ferma restando la personale iniziativa del genitore, la dichiarazione può essere resa anche dal medico, dall’ostetrica o da qualsiasi persona che abbia assistito al parto, se la volontà della madre è di non essere nominata (art. 30 D.P.R. 396/2000)”.
Secondo Mantovano “l’equivoco sorge dalla eliminazione, effettuata dalla nuova norma, del riferimento agli atti dello stato civile: ma si tratta, per l’appunto, di un equivoco, che non trova riscontro nel complesso delle disposizioni interessate e nel fine della innovazione proposta”. L’esame alla Camera del ddl -conclude- permetterà di chiarire la questione oltre ogni dubbio e, se fosse necessario, di renderla ancora più incontrovertibile, esplicitando (lo si ripete, se necessario) una possibilità – la dichiarazione di nascita – che a nessuno è mai venuto in mente di precludere”.