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Marche e Piemonte: cure anche per i neocomunitari non iscritti al Ssn

Dal 2008 la tessera Stp non vale più. Ma nelle due Regioni bulgari e romeni avranno un codice Eni (Europeo non in regola).

Roma, 21 gennaio – Da quando Bulgaria e Romania sono entrate a far parte dell’Ue, le agevolazioni per gli immigrati, cittadini dei due paesi esteuropei, teoricamente avrebbero dovuto riguardare tutte le sfere della vita sociale. In pratica, non proprio tutte.

Un’eccezione figura ad esempio nell’ambito dell’assistenza sanitaria per i neocomunitari che, non avendo un lavoro o altri mezzi per mantenersi, oppure parenti in Italia che si trovano in questa condizione, non potrebbero rimanere qui, né iscriversi al servizio sanitario nazionale.

Quanti fino al 1 gennaio 2007 usufruivano della tessera per stranieri temporaneamente presenti (Stp), ovvero privi di permesso di soggiorno, non possono più ricevere cure non urgenti. Una circolare del ministero della Salute aveva prorogato infatti l’utilizzo della tessera da parte dei neocomunitari solo fino alla fine dell’anno scorso. Dal primo gennaio l’agevolazione è scaduta e l’unica soluzione sarebbe sottoscrivere un’assicurazione privata.

Molte le lamentele di associazioni e privati, che si appellano all’articolo 32 della Costituzione italiana, il quale sancisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e la garanzia di cure gratuite agli indigenti. In attesa di provvedimenti da parte del Ministero, qualche regione ha deciso di risolvere la questione da sé.

Marche e Piemonte hanno adottato dei provvedimenti che garantiscono ai cittadini comunitari anche l’assistenza sanitaria preventiva e di base. Per avere accesso alle strutture sanitarie i bulgari e i romeni, che prima di essere comunitari erano clandestini, potranno avere un codice anonimo Eni (Europeo non in regola).

Da quest’anno insomma il paradosso si è fatto tangibile. Difatti, l’Italia ha privato i bulgari e i romeni senza attestato di regolarità del soggiorno dal diritto alle cure mediche, di cui usufruivano invece quando erano extra-comunitari. E’ una di quelle circostanze in cui probabilmente vale il vecchio detto degli anziani "si stava meglio, quando si stava peggio".

(21 gennaio 2008)

Antonia Ilinova

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