"L’Europa si sta muovendo anche se con fatica" Bari, 27 gennaio 2010 – "Sono tutti segnali importanti e incoraggianti, per me sempre troppo lenti rispetto alla reazione che l’Europa dovrebbe avere. Pero’ sono segnali che indicano che l’Europa si sta muovendo: anche se con fatica, ma si sta muovendo".
Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, rispondendo a una domanda sul rapporto tra l’Europa e il problema dell’immigrazione, durante la conferenza stampa tenuta nella Prefettura di Bari al termine della riunione di coordinamento territoriale delle forze dell’ordine e delle autorita’ giudiziarie del distretto Bari-Foggia.
"Ci sono state, proprio su iniziativa del governo italiano e di altri Paesi – ha aggiunto – dei passaggi importanti a livello europeo come ad esempio l’approvazione del piano strategico, noto come ‘programma di Stoccolma’ che riguarda gli impegni della sicurezza nei prossimi 5 anni nell’Unione europea, dove, per la prima volta, c’e’ un capitolo specifico dedicato al tema dell’immigrazione nel Mediterraneo”.
”Per la prima volta – ha proseguito Maroni – il problema dell’immigrazione clandestina non viene considerato in modo uguale per la Lituania come per il Portogallo che sono due realta’ diverse. Per la prima volta si parla della necessita’ di intervenire e contrastare l’immigrazione clandestina nell’area del Mediterraneo con le specificita’ che essa richiede. C’e’ poi – ha sottolineato Maroni – un documento approvato dal Consiglio europeo, su proposta del presidente Sarkozy e sostenuto anche dal presidente Berlusconi, sul tema specifico dell’immigrazione e sul ruolo che l’Europa deve avere”. ”La nuova commissione, e penso che verra’ approvata dal Parlamento europeo all’inizio di febbraio – ha spiegato il ministro – ha sdoppiato le competenze del commissario in due commissari, uno dei quali avra’ la delega specifica per gli affati interni e per l’immigrazione".
"Noi abbiamo sollecitato una cosa assolutamente decisiva – ha proseguito Maroni – cioe’ la stipula di accordi con i Paesi di origine dei flussi migratori da parte dell’Europa. Oggi c’e’ solo da parte dei singoli Stati. Noi in Italia – ha spiegato il ministro – abbiamo 36 accordi bilaterali, la Spagna ne ha 33 con gli stessi Paesi. Accordi che hanno contenuti diversi, per cui il racket degli esseri umani, che conosce bene il contenuto degli accordi, dice ad esempio: ‘da questo Paese e’ meglio l’immigrazione verso la Spagna piuttosto che verso l’Italia perche’ l’accordo di rimpatrio e’ piu’ debole e meno efficace’. Questa e’ una competizione negativa che l’Europa puo’ superare".
Il ministro ha spiegato che "se c’e’ un accordo tra Italia e qualsiasi Paese per il rimpatrio e questo accordo la Spagna non ce l’ha, io posso rimpatriare in quel Paese, la Spagna no. Se ci fosse un accordo con l’Europa entrambi potremmo farlo. Questo intervento l’Europa non l’ha ancora ipotizzato e deciso pero’ sara’ un passo decisivo che noi auspichiamo. Questa e’ la direzione giusta che risolvera’ molti problemi che abbiamo dovuto affrontare da soli in questi anni". Alla riunione hanno partecipato il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, il comandante generale dei carabinieri Luciano Gallitelli, il comandante generale della Guardia di Finanza Cosimo d’Arrigo e il capo della polizia antonio Manganelli.