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Maroni: “Dieci nuovi centri in caserme dismesse”

"Non appena il disegno di legge sulla sicurezza diventerà legge avremo le risorse per allestirli" ROMA, 15 luglio 2008 – "Interveniamo anche se con fatica, perché gli sbarchi si susseguono: intanto stiamo lavorando all’individuazione all’apertura di dieci nuovi centri di accoglienza nelle Regioni che non ce li hanno, per poter così smistare coloro che sbarcano a Lampedusa".

Lo ha detto ieri il ministro dell’Interno Roberto Maroni interpellato a margine del decennale dell’Università dell’Insubria a Varese. "Il centro di prima accoglienza di Lampedusa non è al collasso" ha comunque replicato il ministro alla domanda di un cronista. Quanto ai nuovi centri il ministro dell’Interno ha aggiunto che si tratta di "strutture militari dismesse", "Non appena il disegno di legge sulla sicurezza diventerà legge – ha concluso – avremo a disposizione le risorse finanziarie per allestirli".

LIBIA & CLANDESTINI
La visita di Berlusconi a Gheddafi "evidentemente non è bastata" – ha spiegato Maroni. "Senza il pattugliamento delle acque libiche è difficile pensare di bloccare questo flusso, perché bisognerebbe restare davanti alle acque libiche e respingere i clandestini".

A chi gli ha chiesto che cosa impedisca l’intervento, Maroni ha replicato: "Lo impedisce il fatto che il governo libico non dà l’ok all’attuazione di un accordo che è stato sottoscritto, con tanto di piano attuativo, dal governo precedente e dal ministro Amato". "Noi – ha concluso – abbiamo sei motovedette pronte a pattugliare le coste libiche, in base proprio a quest’accordo: basta solo che il governo libico dia l’ok".

NOMADI & ARCI
Sulla questione sollevata dall’Arci sulla schedatura nelle scuole per i minori nomadi Maroni ha spiegato che si tratta di "falsità" ed annuncia querele.

Si apre dunque un altro fronte di polemica sulle politiche del Governo nei confronti dei nomadi. E’ l’Arci a riferire che i prefetti, su disposizione del ministero dell’Interno, impongono ai dirigenti delle scuole l’invio dell’elenco degli alunni frequentanti, o nuovi iscritti, stranieri e rom. Una misura che, per l’associazione, "assume un carattere se possibile ancora più odioso, anche perché del tutto inutile visto che il ministero della Pubblica Istruzione pubblica ogni anno un rapporto sugli alunni stranieri che frequentano gli istituti scolastici". L’elenco, dunque, aggiunge, "non si giustifica se non con una volontà intimidatoria nei confronti dei dirigenti scolastici, degli insegnanti e delle famiglie di ragazzi stranieri, funzionale alle politiche discriminatorie e razziste perseguite dal ministro". E l’Arci chiede ai dirigenti scolastici di boicottare la misura, disubbidendo ai prefetti. Furente la replica di Maroni, che parla di "accuse false e prive di fondamento. Non risponderò più agli insulti – ha sottolineato il ministro – compreso quest’ultimo dell’Arci che definisce la nostra azione discriminatoria e razzista. D’ora innanzi alle diffamazioni risponderò con le querele: come ministro non posso più accettare di essere trattato in questo modo sulla base di accuse false".

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