Mattarella: “Accogliamo e salviamo i migranti, lottiamo contro trafficanti e povertà”

"Migrazioni di dimensioni inedite, da affrontare con saggezza e umanità". Il Capo dello Stato all’Expo. 

 

Milano – 5 giugno 2015 – Bisogna lottare contro la povertà nel mondo, anche per evitare che centinaia di migliaia di persone sino costrette a migrare. Intanto, però, bisogna salvare e accogliere, combattere i trafficanti e creare sviluppo nei Paesi dai quali oggi si fugge.

 

È il messaggio lanciato oggi dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dall'Esposizione Universale Expo Milano 2015, visitata in occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente promossa dalle Nazioni Unite. Nato dallo constatazione che "la lotta alla povertà è oggi, ancor più che nel passato, condizione di sicurezza del genere umano e della Terra".

 

"La povertà – ha ricordato il Capo dello Stato – genera carestie. Che alimentano gli odi e le guerre. Che desertificano le società e i territori. Cibo ed acqua non possono essere considerate risorse strategiche destinate ad alimentare contenziosi bilaterali e nei fori internazionali. Al contrario, come i territori che li producono, sono testimonianza della indivisibilità del destino dell'umanità".

 

Secondo Mattarella, "la pace è  possibile. È nelle nostre mani. Ciò che non possiamo pensare è che la pace si imponga con le armi, nella sopraffazione, nell'esclusione, nello scarto. Ne abbiamo avuto prove storiche e ne abbiamo, oggi, prove quotidiane".  

 

"Le guerre, il terrore, l'estremismo ideologico e religioso, le carestie e i disastri naturali – ha ricordato il presidente della Repubblica – spingono centinaia di migliaia di uomini a migrazioni di inedite dimensioni. Dobbiamo affrontarle con saggezza e umanità". 

 

Come? "Accogliendo chi ne fugge. Salvando chi grida aiuto. Combattendo chi lucra sulla disperazione. Stroncando i traffici indegni. Ma soprattutto – ha ribadito il Capo dello Stato –  puntando sulla cooperazione, sullo sviluppo equilibrato degli altri Paesi, sulla riduzione delle diseguaglianze stridenti che oggi rendono instabile il mondo”.