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Mattarella: “Servono umanità e saggezza, l’Ue fa poco su immigrazione e asilo”

Il Capo dello Stato agli ambasciatori italiani: "Sono alla prova i valori su cui l'Europa si fonda, ma a volte paura ed egoismo prevalgono"

 
Roma – 27 luglio 2015 – Le politiche di immigrazione e asilo richiedono “umanità e saggezza”. Un impegno che l’Europa finora non ha onorato. Bisogna salvare i disperati dei barconi, accogliere chi fugge da guerre e persecuzioni, governare diversamente anche l’immigrazione economica, armonizzando le normative europee e tessendo rapporti con i Paesi d’Origine. 
 
È la strada indicata stamattina dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha inaugurato alla Farnesina l’XI Conferenza degli Ambasciatori d’Italia. Parlando di politica estera, il Capo dello Stato ha dedicato gran parte del suo discorso a ciò che sta succedendo nel Mediterraneo e alle sfide alle quali sono chiamate a rispondere l’Italia e l’Unione Europea. 
 
Ecco le parole del Capo dello Stato: 
 
“La sfida che abbiamo di fronte ci impone di affrontare con umanità e saggezza il tema delle migrazioni e il dramma dei profughi che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla povertà assoluta.  La disperazione scolpita sui volti di queste persone – spesso giovani, o addirittura bambini – che rischiano la morte su barconi sgangherati, sotto il giogo di spietati trafficanti di esseri umani, interroga la nostra coscienza, e quella dell'intera Europa.
 
L'Unione europea – è giusto ripeterlo – fa meno di quanto sarebbe suo dovere fare e questo atteggiamento, culturalmente nuovo per molti aspetti, sorprende. Sono alla prova i valori su cui l'Europa si fonda, ma a volte paura ed egoismo prevalgono sulla responsabilità di affermare la indivisibilità di valori come libertà, democrazia, solidarietà. 
 
La decisione dell'Unione di distribuire, seppur su base volontaria, una quota di rifugiati è un primo passo significativo, che salutiamo con soddisfazione, ma sarà un passo importante se ne seguiranno altri nel segno della condivisione. Stiamo parlando di richiedenti asilo, non di semplici migranti. Il carattere umanitario della loro accoglienza non può che prevalere su altre considerazioni.
 
Diversa, e indubbiamente più complessa, è la questione dei flussi migratori, peraltro quasi sempre provocati da situazioni umanamente insostenibili. La politica dell'immigrazione richiede intelligenza e visione: in gioco ci sono valori, sentimenti di solidarietà, ma anche equilibri economici e sociali. Aiutare chi chiede aiuto, salvare chi sta annegando o è in mano a organizzazioni criminali è un dovere elementare, umanamente irrinunciabile. Governare i flussi migratori richiede risposte articolate, compresa la cooperazione con i Paesi di origine e di transito dei flussi, e la necessaria azione di contrasto contro i trafficanti.
 
Anche le politiche dell'immigrazione europee dovrebbero tendere verso una certa omogeneità. L'integrazione è un fattore di sicurezza. Le politiche europee, se coerenti, sarebbero anch'esse robusti fattori di sicurezza. Non va dimenticato che da come l'Europa saprà integrare i migranti – anche costruendo percorsi di cittadinanza – dipenderà e non poco la pace e il dialogo con i popoli di provenienza. La democrazia non si esporta con le armi, come è stato dimostrato. La democrazia per affermarsi deve usare la forza della persuasione con il proprio esempio. 
 
Accogliere, per quanto possibile, e aiutare i Paesi da cui nascono i flussi migratori, anche per evitare che questi divengano sempre più imponenti e incontrollabili, è moralmente giusto ed è, inoltre, nell'interesse, immediato e futuro, dell'Europa. Del resto, in un'ottica di lungo periodo, va ripensato anche l'approccio europeo verso l'Africa: questo grande Continente può diventare e diventerà, sempre di più, un partner con cui cooperare e condividere strategie e responsabilità, piuttosto che un semplice destinatario di politiche e aiuti altrui".
 
 
 
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