Roma, 5 settembre 2016 – La premier britannica Theresa May si e’ detta pronta a bloccare il progetto del suo ministro degli Esteri Boris Johnson di introdurre un sistema “a punti” per gli immigrati dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Il sistema a punteggio per gli immigrati, sul modello australiano, era una delle proposte al cuore dalla vittoriosa campagna per la Brexit al referendum del 23 giugno, guidata da Johnson e da altri ministri euroscettici.
Ma ieri la May, arrivata al governo dopo il referendum con il mandato di pilotare il Paese verso l’uscita dalla Ue, ha detto che il sistema a punti non e’ la “pallottola d’argento” per risolvere il problema dell’immigrazione e che non ci sono prove che possa funzionare. Secondo alcuni critici il sistema nei fatti potrebbe condurre a un aumento dell’immigrazione. May sta invece pensando di introdurre un sistema di permessi di lavoro, che consentirebbe a Londra di adottare quote differenziate per i vari settori economici.
La premier, che ha incontrato vari leader del G20 nel vertice cinese di Hangzhou, si e’ anche rifiutata di appoggiare un altra promessa al cuore del campagna pro-Brexit, e cioe’ l’uso dei contributi alla Ue per finanziare il servizio sanitario nazionale con 100 milioni di sterline la settimana e per ridurre l’Iva sulle bollette energetiche. La premier inoltre non ha escluso un trattamento privilegiato per gli immigrati dall’Unione Europea nell’ambito di un’intesa con Bruxelles sulla Brexit, sottolineando che non vuole “svelare le nostre carte nel negoziato”.
“Molte persone parlano di un sistema a punti come la risposta all’immigrazione” ha detto May. “Ma non c’e’ un’unica pallottola d’argento che sia la risposta in termini di immigrazione”. “Occorre esaminare una serie di questioni, non solo relative al controllo di chi entra, ma anche a come eliminare gli abusi e gestire chi e’ scoperto qui illegalmente” ha aggiunto.