in

Medici Senza Frontiere riprende le operazioni di soccorso tra l’Italia e la Libia

La Dignity I è già in mare, presto arriveranno altre due navi. A bordo personale medico specializzato. La presidente Joanne Liu: “Nel Mediterraneo si muore, non possiamo restare a guardare”

 

Roma – 26 aprile 2016 –  Anche tre navi di Medici Senza Frontiere salveranno vite umane nel Mediterraneo Centrale, tra l’Africa e l’Europa, lungo le rotte dei barconi carichi di profughi e migranti 

La Dignity I è salpata il 21 aprile dal porto di La Valletta, a Malta e ha già portato a termine nei giorni scorsi la sua prima operazione. La nave è lunga 50 metri, ha un equipaggio di 16 membri, medici compresi, e può accogliere 400 persone. Navigherà nelle acque a nord della Libia alla ricerca di imbarcazioni in difficoltà. 

Sabato scorso ha permesso il trasbordo di 308 persone (205 uomini, 80 donne, 23 bambini, soprattutto Eritrei) che erano state salvate da un’altra nave italiana, e li ha portati in Sicilia. Nelle prossime settimane verrà affiancate da altre due navi di Medici Senza Frontiere. 

“Le crisi e i conflitti in diverse parti del mondo continuano a costringere milioni di persone a fuggire, e le politiche di deterrenza degli stati europei, come il rifiuto ad offrire alternative concrete alle fatali traversate via mare, continuano ad essere causa di morte per migliaia di loro. In quanto operatori umanitari, ci rifiutiamo ancora una volta di restare a guardare dal molo” ha spiegato Joanne Liu, Presidente internazionale di MSF.

I team a bordo delle navi avranno le competenze e l’equipaggiamento necessario per attività di primo soccorso e assistenza medica, e per trattare casi frequenti quali la disidratazione, l’ustione da benzina o carburante, l’ipotermia e le infezioni cutanee. A bordo si offrirà anche un primo soccorso psicologico, mentre l’équipe di MSF in Sicilia assicurerà la continuità dell’assistenza medica grazie a numerosi progetti volti a fornire supporto medico e psicologico anche dopo lo sbarco.

“Migranti e rifugiati vogliono una vita migliore o più sicura: non è accettabile che li si tratti come criminali o, ancora peggio, che li si lasci morire durante la loro fuga. Invece di focalizzarsi sulla deterrenza e la sorveglianza, gli stati europei devono assicurare alternative sicure alle traversate in mare, e un meccanismo di ricerca e soccorso proattivo e destinato esclusivamente a tale fine. La vita di migliaia di persone dipende da questo” ha concluso Joanne Liu. 

Nel 2015, le équipe di MSF a bordo delle tre navi di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale hanno assistito oltre 23.000 persone in 120 diverse operazioni. Nel Mar Egeo, nell’isola di Lesbo, MSF in partnership con Greenpeace ha assistito oltre 14.000 persone nel tratto di mare che separa la Turchia dalla Grecia. In totale, nel 2015 MSF ha curato oltre 100.000 persone nel Mar Mediterraneo, Mar Egeo, in Grecia, Italia e lungo la rotta balcanica.

 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Obama: “Muri non servono, l’Europa non volti le spalle ai profughi”

Matteo Salvini vola da Trump: “Go, Donald, go!”