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Mediterranea Saving Humans denuncia il ministro Piantedosi al Tribunale Penale Internazionale per respingimenti collettivi in Libia

Roma, 20 settembre 2024 – L’ONG Mediterranea Saving Humans ha presentato una denuncia contro il Ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, al Tribunale Penale Internazionale (TPI) con l’accusa di violazione della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e della Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare. La notizia è stata resa nota dalla stessa organizzazione umanitaria attraverso un comunicato ufficiale, in cui si specifica che il loro ufficio legale ha trasmesso all’Ufficio del Procuratore del TPI, Karim Khan, copia di una dichiarazione pubblica del ministro Piantedosi relativa ai respingimenti collettivi di migranti verso la Libia.

Ieri 19 settembre Piantedosi ha pubblicato su “X” (ex Twitter) un post in cui ha affermato che “16.220 migranti diretti verso le coste europee sono stati intercettati in mare e riportati in sicurezza in Libia da gennaio a oggi”. Secondo il ministro, questo risultato sarebbe una prova dell’efficacia della collaborazione tra Italia e i Paesi di origine e transito dei migranti per combattere il traffico di esseri umani e ridurre le morti in mare.

Tuttavia, Mediterranea Saving Humans ha sottolineato come la Libia sia stata ripetutamente dichiarata “posto non sicuro” da parte delle Nazioni Unite e di altre autorevoli organizzazioni internazionali. Secondo l’ONG, collaborare con le autorità libiche per il ritorno dei migranti in quel Paese costituisce una violazione delle convenzioni internazionali, poiché i profughi e i rifugiati rischiano di ricadere nelle mani dei carcerieri e delle milizie da cui stavano cercando di fuggire.

La denuncia al Tribunale Penale Internazionale si basa su quanto dichiarato dallo stesso ministro, che avrebbe ammesso la partecipazione a operazioni che avrebbero coinvolto oltre 16.000 persone. Mediterranea Saving Humans auspica che questa segnalazione possa portare all’apertura di un’indagine indipendente da parte dello staff dell’Ufficio del Procuratore del TPI, come previsto dall’articolo 15 dello Statuto di Roma.

L’azione dell’ONG ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni internazionali sulla gravità delle operazioni di respingimento, che secondo le accuse violerebbero i diritti umani dei migranti, molti dei quali restano in condizioni di estremo pericolo una volta riportati in Libia.

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