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Mediterraneo centrale: 466 morti e 655 migranti dispersi nel 2024

Roma, 24 settembre 2024 – L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha pubblicato un tragico aggiornamento sulla situazione delle migrazioni lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Dal 1° gennaio fino al 21 settembre 2024, si registrano 466 morti e 655 dispersi, vittime del pericoloso viaggio intrapreso dai migranti che cercano di raggiungere le coste europee partendo dalla Libia.

Questi numeri riflettono l’orrore di una crisi umanitaria che continua a consumarsi nelle acque del Mediterraneo, trasformandosi sempre più in una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. La situazione è resa ancora più drammatica dal fatto che i migranti affrontano non solo condizioni climatiche avverse e imbarcazioni precarie, ma anche l’instabilità politica e sociale nei Paesi di origine e di transito, come la Libia.

Migranti intercettati e riportati in Libia

Nel medesimo arco temporale, l’OIM ha segnalato che 16.466 migranti sono stati intercettati in mare e riportati in Libia dalle autorità locali. Di questi, 14.481 sono uomini, 1.134 donne, 540 minori e 311 persone di cui non sono disponibili informazioni precise sul genere. Questi numeri evidenziano l’entità del fenomeno e la varietà delle persone coinvolte: uomini, donne e bambini che tentano disperatamente di sfuggire a condizioni di vita insostenibili nei loro Paesi di origine.

La Libia continua a essere il principale punto di partenza per i migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo centrale. Tuttavia, coloro che vengono intercettati in mare e riportati in Libia spesso finiscono in centri di detenzione sovraffollati, dove le condizioni di vita sono segnalate come critiche. L’OIM e altre organizzazioni internazionali da tempo denunciano la sistematica violazione dei diritti umani in questi centri, dove i migranti sono esposti a violenze, abusi e sfruttamento.

Un bilancio che aggrava l’emergenza umanitaria

Questi tragici dati non fanno che sottolineare la gravità della situazione nel Mediterraneo centrale e l’urgenza di trovare soluzioni umanitarie sostenibili. Le morti e le sparizioni in mare, insieme al ritorno forzato in Libia di migliaia di migranti, richiamano l’attenzione su un fenomeno che non può essere affrontato solo con misure di controllo e repressione. Le organizzazioni umanitarie continuano a chiedere una maggiore solidarietà internazionale, politiche migratorie più umane e soluzioni strutturali che affrontino le cause profonde delle migrazioni forzate, come conflitti, povertà e cambiamento climatico.

Mentre i numeri continuano a salire, la tragedia umanitaria nel Mediterraneo centrale rappresenta una sfida cruciale non solo per l’Europa e la Libia, ma per la comunità internazionale nel suo complesso.

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