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Migranti, 13 braccianti vittime di caporalato ottengono il permesso di soggiorno

Roma, 22 novembre 2024 – Dopo un lungo periodo di incertezza, tredici braccianti vittime di caporalato nelle campagne del Trevigiano hanno ottenuto il permesso di soggiorno. La loro drammatica storia era emersa lo scorso luglio grazie alla denuncia della Flai Cgil Veneto presso la Procura della Repubblica di Treviso. I lavoratori, tutti migranti, erano stati costretti a vivere e lavorare in condizioni di para-schiavitù, rinchiusi in un casolare fatiscente a Ponte di Piave (TV). Le immagini diffuse dalla Flai Cgil avevano mostrato al pubblico le condizioni disumane a cui erano sottoposti.

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Migranti, il peso del caporalato in Veneto

Dei 16 lavoratori che avevano denunciato i loro aguzzini, 13 sono stati riconosciuti come beneficiari di un permesso di soggiorno, grazie all’applicazione della Legge 199/2016, nata per contrastare il caporalato. “Questo risultato è frutto del coraggio delle vittime, delle denunce della Flai Cgil e del supporto del Network del progetto Navigare,” ha dichiarato Giosuè Mattei, Segretario Generale della Flai Cgil Veneto. Il permesso di soggiorno rappresenta una svolta per questi lavoratori, consentendo loro di accedere al mercato del lavoro regolare e uscire dalla condizione di invisibilità che li rendeva vulnerabili allo sfruttamento. Secondo Mattei, il fenomeno dello sfruttamento lavorativo in agricoltura coinvolge circa 5.500 lavoratori in Veneto, un numero che rischia di aumentare a causa delle politiche migratorie restrittive. Le norme attuali, come la legge Bossi-Fini e le modifiche al decreto flussi, vengono definite dal sindacalista come “inefficaci” e persino dannose.

Le recenti modifiche al decreto flussi, che regolano l’ingresso dei lavoratori stagionali in Italia, vengono definite una “foglia di fico” dalla Flai Cgil. Meno del 20% delle richieste di manodopera si traducono in rapporti di lavoro effettivi, lasciando migliaia di lavoratori in una situazione di irregolarità. “Abbiamo lavoratori entrati regolarmente con un visto e un nulla osta che sono diventati irregolari a causa di queste leggi,” sottolinea Mattei. La Flai chiede una regolarizzazione diffusa tramite una sanatoria, che preveda il rilascio di permessi di soggiorno per attesa occupazione, una misura che potrebbe consentire ai lavoratori di uscire dall’illegalità e alle imprese di rispondere al fabbisogno di manodopera.

La vicenda dei 13 braccianti rappresenta una vittoria significativa, ma parziale, in una battaglia più ampia contro lo sfruttamento dei lavoratori agricoli. La Flai Cgil insiste sulla necessità di interventi strutturali per garantire diritti e dignità ai lavoratori, rendendo il sistema più giusto e sostenibile sia per i migranti che per le imprese agricole. “Questo è solo un primo passo,” conclude Mattei, “ma la strada verso una reale giustizia per i lavoratori sfruttati è ancora lunga.”

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