Roma, 14 aprile 2025 – La Commissione europea ha preferito non commentare direttamente le accuse diffuse dall’europarlamentare del Partito Democratico, Cecilia Strada, secondo cui i 40 migranti trasferiti dall’Italia a Shengjin, in Albania, sulla nave Libra sarebbero stati sbarcati in stato di ammanettamento. La notizia ha sollevato forti polemiche nel panorama politico e tra le organizzazioni per i diritti umani, ma da parte dell’esecutivo europeo non è giunta alcuna presa di posizione ufficiale.
Un portavoce della Commissione ha ribadito che Bruxelles è al corrente degli sviluppi normativi relativi al decreto che regola i Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) in Albania e ha sottolineato che, secondo le informazioni attualmente disponibili, in questi centri si applicherà la legislazione nazionale italiana, come già avviene in materia di asilo. “In linea di principio, questo è compatibile con il diritto dell’Unione europea”, ha dichiarato il portavoce.
L’accordo tra Italia e Albania, che prevede la gestione extraterritoriale di alcuni procedimenti legati all’immigrazione, continua comunque ad essere oggetto di stretta sorveglianza da parte di Bruxelles. “La Commissione continua a monitorare l’attuazione del protocollo e resta in contatto con le autorità italiane”, ha precisato il portavoce.
Intanto, secondo fonti vicine al dossier, l’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen starebbe accelerando i lavori per la definizione della lista dei Paesi d’origine sicuri, una delle questioni chiave legate al modello Albania. La pubblicazione della nuova lista, che avrà un impatto diretto sui criteri di accoglienza e rimpatrio, potrebbe avvenire già prima delle festività pasquali.
La questione resta particolarmente delicata: da un lato, l’Unione europea cerca soluzioni per rendere più efficiente la gestione dei flussi migratori e alleggerire la pressione sugli Stati membri di primo approdo; dall’altro, si moltiplicano gli interrogativi sull’effettivo rispetto dei diritti fondamentali dei migranti, in particolare nel contesto di procedure svolte al di fuori dei confini comunitari.