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Migranti, anche i tribunali di Roma e Catania contro il decreto sui “Paesi sicuri”

Roma, 4 novembre 2024 – L’Italia è al centro di un acceso dibattito sulla gestione dei migranti e sui “Paesi sicuri”. Mentre la nave Libra è impegnata al largo di Lampedusa nel trasferimento di naufraghi maschi adulti e in buone condizioni di salute verso l’Albania, alcuni tribunali italiani disapplicano il decreto del governo sul tema, suscitando aspre reazioni da parte dell’esecutivo.

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Migranti, altri due tribunali contro il decreto “Paesi sicuri”

I giudici di Catania e Roma, infatti, hanno messo in dubbio la sicurezza di Egitto e Bangladesh come “Paesi sicuri”. In particolare, il giudice Massimo Escher ha respinto il trattenimento di un migrante egiziano a Pozzallo, spiegando che la normativa europea impone ai magistrati l’obbligo di verificare se un Paese sia davvero sicuro. Secondo il giudice, le condizioni in Egitto, tra cui detenzioni arbitrarie, discriminazioni religiose e un uso sistematico della tortura, contraddicono la sicurezza necessaria per considerarlo tale. Inoltre, Roma ha accolto il ricorso di uno dei primi migranti trasferiti in Albania, rinviando alla Corte di giustizia europea il decreto sui “Paesi sicuri” e chiedendo un intervento urgente.

Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, non ha tardato a esprimere la sua disapprovazione, definendo “comunisti” i giudici che, a suo avviso, non applicano le leggi del governo, contribuendo a rendere insicura l’Italia. Anche altre voci di governo si sono allineate contro la decisione giudiziaria, mentre l’Associazione nazionale magistrati, riunita in assemblea, ha ribadito il proprio impegno a mantenere indipendente e imparziale il lavoro della magistratura.

L’evoluzione di questa complessa vicenda sembra ora dipendere dall’orientamento della Corte di giustizia dell’Unione europea, chiamata a chiarire la questione dei “Paesi sicuri” e le modalità di procedura accelerata sui migranti.

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