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Migranti, Cremona discute sul riconoscimento della cittadinanza onoraria ai minori stranieri

Roma, 25 novembre 2024 – Cremona si prepara a discutere una proposta che ha già acceso il dibattito politico: il conferimento della cittadinanza onoraria ai minori stranieri legalmente residenti che abbiano frequentato almeno cinque anni di studio in Italia. L’iniziativa, presentata da Rosita Viola (Sinistra per Cremona), mira a riconoscere simbolicamente l’appartenenza a quei giovani che, pur essendo cresciuti in Italia, continuano a vivere come stranieri per la legge.

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Migranti e cittadinanza, i numeri dell’integrazione

A Cremona, gli stranieri rappresentano il 15,5% della popolazione residente, con oltre 2.600 giovani di età compresa tra 0 e 19 anni. “Questi ragazzi parlano italiano, studiano la storia del nostro Paese e vivono come i loro coetanei italiani – spiega Viola – ma la mancanza della cittadinanza li priva di diritti fondamentali, come la libera circolazione in Europa o l’accesso a concorsi pubblici”. La proposta si basa su principi sanciti dai trattati internazionali per la tutela dei diritti dei minori e risponde ai cambiamenti socio-demografici della città. Tuttavia, nonostante il sostegno della maggioranza, la proposta è stata rinviata in commissione per ulteriori approfondimenti. Riccardo Merli (Fare Nuova Cremona Attiva) ha definito la proposta “un atto di civiltà” che supera il retaggio del principio di sangue, “ormai anacronistico”. Tuttavia, non tutti condividono questa visione. Marco Olzi (Fratelli d’Italia) ha espresso perplessità sull’efficacia del gesto, definendolo “puramente simbolico e potenzialmente controproducente”.

Anche Marialuisa D’Ambrosio (Cremona sei tu) ha avanzato riserve, sostenendo che il termine “onoraria” non sia adeguato e che l’iniziativa potrebbe disincentivare i giovani a proseguire gli studi. Per Alessandro Portesani, attribuire la cittadinanza a migliaia di persone senza considerare il loro desiderio di acquisirla è una lettura “superficiale” del regolamento comunale. Jane Alquati (Lega) ha dichiarato la sua contrarietà, ritenendo la questione “prettamente politica”. Per Maria Vittoria Ceraso (Oggi per domani), invece, è necessario spostare il dibattito su azioni concrete di integrazione, come il sostegno scolastico o l’accesso allo sport. Saverio Simi (Forza Italia) ha riconosciuto infine l’importanza del tema, ma ha sottolineato che il luogo adatto per discutere una riforma della cittadinanza resta il Parlamento nazionale. “La proposta rischia di snaturare il significato della cittadinanza onoraria, senza effetti reali sui giovani stranieri”.

La discussione si sposta ora in commissione, dove si cercherà di trovare un equilibrio tra il valore simbolico della cittadinanza onoraria e le necessità pratiche di integrazione. Resta aperto il dibattito su come riconoscere il ruolo di questi giovani nella comunità, bilanciando il simbolismo con azioni concrete per garantire loro pari opportunità e diritti.

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