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Migranti. Dramma nel Mediterraneo centrale: oltre 1.000 tra morti e dispersi nei primi otto mesi del 2024

Roma, 13 agosto 2024 – La rotta del Mediterraneo centrale continua a essere una delle più pericolose al mondo per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa. Secondo i dati aggiornati dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) in Libia, dall’inizio del 2024 fino al 10 agosto, sono stati registrati 421 morti e 603 dispersi lungo questa rotta. Questi numeri tragici evidenziano la pericolosità del viaggio affrontato da migliaia di persone in cerca di una vita migliore.

Nello stesso periodo, 13.323 migranti sono stati intercettati in mare e riportati in Libia. Tra loro, 11.830 erano uomini, 912 donne, 445 minori e 136 persone per le quali non sono disponibili dati relativi al genere. Questi dati riflettono non solo l’entità del fenomeno migratorio, ma anche le difficoltà nel gestire e monitorare i flussi migratori che attraversano il Mediterraneo centrale.

La situazione in Libia, con la presenza di numerosi centri di detenzione, continua a rappresentare una grave preoccupazione per le organizzazioni umanitarie. I migranti riportati in Libia spesso si trovano a dover affrontare condizioni di detenzione precarie, violenze e abusi. L’OIM e altre organizzazioni internazionali continuano a sollecitare soluzioni durature che rispettino i diritti umani e offrano alternative sicure e legali ai migranti.

Nonostante gli sforzi delle autorità italiane, europee e internazionali per contrastare il traffico di esseri umani e per garantire soccorsi tempestivi in mare, la rotta del Mediterraneo centrale rimane una delle più letali. Gli appelli a una maggiore solidarietà e a un approccio più umano e coordinato a livello europeo si fanno sempre più pressanti, mentre il numero di vittime continua a salire.

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