Roma, 12 luglio 2024 – La tragedia dei migranti che attraversano il Mediterraneo e le terre straniere alla ricerca di una vita migliore trova una nuova voce grazie a un gruppo di accademici inglesi e irlandesi. La loro ricerca, ispirata dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, offre un potente specchio in cui i profughi di tutto il mondo possono riflettersi. Il risultato è il libro “Dante on the Move”, presentato oggi a Roma, che esamina la risonanza del poema dantesco sulle esperienze dei migranti contemporanei.
Migranti, il viaggio della speranza come quello di Dante
Il progetto, intitolato “Reading Dante with Refugees” (Leggere Dante insieme ai rifugiati), è stato condotto dalla University of Birmingham e dal Trinity College di Dublino. L’antologia raccoglie testimonianze personali di migranti provenienti da diverse parti del mondo, come Afghanistan, Cina, Egitto, Iran, Kurdistan, Ucraina, Stati Uniti e Venezuela, suddivise nelle tre sezioni della Divina Commedia: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Nella sezione Inferno, vengono raccontati i viaggi infernali dei migranti, come la drammatica testimonianza di Mohammed, sopravvissuto a un naufragio nel Mediterraneo. La sua storia viene messa in parallelo con i versi danteschi del fiume Stige e con l’ultimo viaggio di Ulisse. Il racconto di Mohammed evoca immagini potenti di dolore e sopravvivenza, paragonabili agli inferi danteschi.
La sezione Purgatorio, invece, esplora il tema dell’apprendimento e della fusione tra influenze orientali e occidentali attraverso la voce di Zahra, una rifugiata che vive una condizione transitoria nei centri di accoglienza. La sua esperienza riflette la natura ambivalente del purgatorio, uno stato intermedio di attesa e speranza per un futuro migliore. Nel Paradiso, poi, i migranti immaginano incontri con persone che hanno ammirato nella loro vita, nello stile della Commedia di Dante. Per Sanaz, si tratta della sua defunta nonna. Per Anna, dell’incontro con la cantante lirica ucraina Solomiya Krushelnytska. Mihal, un altro rifugiato, immagina un incontro con l’eroe rivoluzionario Simon Bolivar, mentre l’afghana Sabera fantastica su un dialogo con Buddha nella sua nativa valle di Bamiyan.
Un progetto di risonanza universale
Jennifer Allsopp, docente dell’Università di Birmingham e curatrice del volume, ha spiegato a Repubblica: “Ho letto Dante per la prima volta a 15 anni e da allora sono ossessionata dal suo poema. Ho perfino imparato l’italiano per leggere la Divina Commedia nella sua lingua originale. Lavorando con profughi di tutte le nazionalità, ho sempre avuto Dante in testa. Le scene dei rifugiati mi ricordano le immagini dell’Inferno dantesco. La tenacità della speranza nei campi profughi mi evoca il purgatorio. L’esilio vissuto da Dante mi ha aiutato a comprendere meglio la Commedia.”
La professoressa Allsopp, invitata a tenere un corso sui migranti nel campus romano del Trinity College, ha proposto due condizioni: che il tema fosse Dante e che dodici profughi partecipassero alle lezioni. “Gli studenti hanno trovato una nuova lente per avvicinarsi alla questione dei migranti. Dal corso è nato il libro. Speriamo di trovare anche un editore italiano e che i nostri materiali siano usati nelle scuole”, ha spiegato Allsopp.
“Dante on the Move”, quindi, è un potente richiamo alla consapevolezza delle esperienze dei migranti, utilizzando la lente della Divina Commedia per esplorare le loro storie di sofferenza, speranza e rinascita. Un’opera che invita a riflettere sulla condizione umana e sull’importanza dell’accoglienza e della solidarietà.
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