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Migranti: Francia, Spagna, Germania e Belgio contro nuovi porti Ue

Roma, 7 luglio 2017 – Nel vertice di Tallinn dopo Francia e Spagna, anche Germania e Belgio si oppongono all’apertura di altri porti Ue, come invece proposto dall’Italia. I ministri dell’Interno Ue hanno, invece, raggiunto un accordo sulla Libia, le ong e i rimpatri.

CONSIGLIO UE, AL VIA NUOVI ACCORDI
“I ministri dell’Interno Ue hanno raggiunto un accordo sulla necessità di accelerare il lavoro collettivo nell’attuazione delle seguenti azioni prioritarie per ridurre la pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale e rafforzare il sostegno all’Italia: aumentare l’impegno per la Libia e altri Paesi terzi chiave; rivedere e coordinare meglio le operazioni di search and rescue (codice condotta ong); e i rimpatri”. Si legge in una nota della presidenza estone del Consiglio Ue.

NO ALL’APERTURA DI ALTRI PORTI
“Non sosteniamo la cosiddetta regionalizzazione delle operazioni di salvataggio”. Così il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere arrivando alla riunione a Tallinn, in riferimento alla proposta italiana di condividere con altri Stati l’accoglienza dei migranti salvati nel Mediterraneo. Sulla stessa linea il ministro per l’Asilo e politica migratoria belga Theo Francken: “Non credo che il Belgio aprirà i suoi porti” ai migranti salvati nel Mediterraneo. “L’Italia ha chiesto aiuto, e noi vogliamo dargliene, ma i porti della Spagna sono sottoposti ad una pressione importante nel Mediterraneo occidentale, aumentata del 140%, che impone anche a noi un grosso sforzo per i salvataggi in mare”. Così il ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido. “Aprire più porti” europei ai migranti soccorsi “non risolverà il problema. Bisogna pensare al ruolo che i porti africani potrebbero avere”, porti come quelli “di Tunisia ed Egitto ad esempio”. Lo sostiene il ministro per la Sicurezza e Giustizia olandese Stef Blok.

MINNITI SODDISFATTO
“La riunione è andata secondo le aspettative, perché c’era un’agenda che era già stata disegnata dall’incontro di Parigi di domenica scorsa e dalla Commissione europea”. Così il ministro dell’Interno Marco Minniti lasciando la riunione di Tallin, che rileva “una posizione quasi unanime”, su tre punti: Libia, codice di condotta delle organizzazioni non governative, e rimpatri con la stretta sui visti.

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