Roma, 9 novembre 2022 – Dopo giorni caratterizzati da un lungo braccio di ferro, il governo Meloni ha dovuto allentare la stretta e far sbarcare i migranti a bordo delle tre Ong ancora ferme nei porti di Catania e Reggio Calabria. La presa di posizione del nuovo esecutivo, e in particolare la “selezione” messa in atto, infatti, non è piaciuta a molti paesi europei. E, soprattutto, non è stata appoggiata dalla Commissione europea. Per questo motivo, in seguito a un incontro tra Meloni e Macron, è stata presa la decisione di far scendere i profughi ancora bloccati sulle navi.
Migranti, il governo Meloni costretto a cedere fa sbarcare le persone ancora bloccate sulle navi
“I cittadini di paesi terzi presenti sul territorio, incluse le acque territoriali, possono fare domanda di asilo. E, in quel caso, è richiesto agli stati membri di dare effettivo accesso alle procedure d’asilo. Abbiamo un chiaro quadro giuridico in vigore“, aveva infatti detto la portavoce della Commissione europea, smentendo la tesi del governo italiano secondo cui non fosse compito dell’Italia accogliere quei migranti, ma dei paesi la cui bandiera batteva sulle navi delle ong.
Ieri sera, quindi, è arrivata la svolta. Secondo alcune fonti, pare che la situazione si sia sbloccata dopo un incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Presidente francese Emmanuel Macron al COP27, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Sembra infatti che lì i due capi di governo siano riusciti a trovare un accordo e a raggiungere un compromesso sulla situazione dei migranti. L’Italia, quindi, acconsentirà di far scendere le persone ancora bloccate nelle navi ormeggiate nel porto di Catania. E la Francia, invece, si occuperà di quelli a bordo della Ocean Viking.
“Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri Stati del Mediterraneo, aprendo i porti alla nave Ocean Viking. È importante proseguire in questa linea di collaborazione europea con gli Stati più esposti per la loro collocazione geografica. Così da trovare una soluzione condivisa e comune. Per fermare la tratta degli esseri umani. Per gestire in modo legale ed equilibrato il fenomeno migratorio che ha assunto dimensioni epocali”, si legge in una nota della presidenza del Consiglio.
Il compromesso è stato una vera e propria necessità: i migranti ancora a bordo, infatti, erano in condizioni di salute fisica e mentale molto precaria. Non solo: c’era anche il timore che presto potesse diffondersi un’epidemia di scabbia. L’accordo, quindi, ha evitato l’aggravarsi di una crisi umanitaria già in corso.
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