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Migranti, i dati dell’OIM: nel 2022 sono state almeno 3800 le vittime delle rotte

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Roma, 13 agosto 2023 – Negli ultimi anni, il numero di vittime sulle rotte migratorie del Medio Oriente e Nord Africa (Mena) ha raggiunto livelli allarmanti. Nel 2022, quasi 3.800 persone hanno perso la vita, segnando il numero più alto dal 2017, secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), Progetto migranti scomparsi (MMP). Questo rappresenta un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente e la regione Mena ha contribuito a oltre la metà dei 6.877 decessi totali registrati a livello globale.

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Migranti, i numeri del 2022

Le rotte terrestri del Nord Africa, in particolare la pericolosa traversata del deserto del Sahara, hanno registrato 203 morti, mentre altre 825 persone hanno perso la vita lungo le rotte terrestri del Medio Oriente. La Libia ha registrato il maggior numero di decessi sulle rotte del Nord Africa, seguita da Algeria, Marocco, Tunisia ed Egitto. Tuttavia, l’OIM sottolinea che la scarsità di dati ufficiali. L’accesso limitato alle rotte terrestri per la società civile e le organizzazioni internazionali, poi, suggeriscono che il numero effettivo di vittime potrebbe essere molto più elevato di quanto riportato. Il 92% delle persone che muoiono lungo queste rotte, infatti, rimane non identificato. E questo evidenzia la necessità di dati e analisi per guidare l’azione e prevenire ulteriori tragedie.

Nello Yemen, la violenza mirata contro i migranti ha contribuito alla maggior parte dei decessi sulle rotte terrestri della regione. Delle 867 morti registrate sulla traversata del Corno d’Africa-Yemen, almeno 795 persone, principalmente di origine etiope, hanno perso la vita sulla rotta verso l’Arabia Saudita, in particolare nel governatorato yemenita di Sa’dah al confine settentrionale. Proprio per questo Othman Belbeisi, direttore regionale dell’OIM Mena, sottolinea la necessità di una risposta immediata e di sforzi concertati per migliorare la sicurezza e la protezione dei migranti in questa regione. “Serve una maggiore cooperazione internazionale e regionale. Nonché risorse per affrontare questa crisi umanitaria e prevenire ulteriori perdite di vite umane. In linea con l’Obiettivo 8 del Global Compact for Migration”, ha infatti dichiarato Belbeisi.

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Le vittime delle rotte

Le rotte marittime dall’area Mena all’Europa, poi, hanno visto un aumento significativo degli incidenti mortali nel 2022. Dopo la partenza dal Libano verso la Grecia e l’Italia, si sono verificati numerosi incidenti che hanno causato almeno 174 morti. Questi incidenti rappresentano quasi la metà delle vittime complessive sulla rotta del Mediterraneo orientale l’anno scorso. È allarmante notare che l’84% di coloro che sono morti lungo queste rotte marittime rimane non identificato, lasciando le famiglie disperate in cerca di risposte.

Le tragedie che si verificano sulle rotte migratorie del Mena, infine, richiedono un’attenzione immediata e una risposta globale. È fondamentale perciò agire per salvare vite umane, proteggere i diritti dei migranti e affrontare le cause profonde di questa crisi. Solo attraverso una cooperazione internazionale rafforzata e risorse adeguate possiamo sperare di porre fine a questa emergenza umanitaria e prevenire ulteriori perdite di vite preziose.

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