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Migranti in Albania: polemiche su rimpatri, diritti e trasparenza

Roma, 8 maggio 2025 – Il tema dei migranti trattenuti nei centri in Albania torna al centro dello scontro politico. La premier Giorgia Meloni, durante il question time al Senato, ha difeso la linea del governo sull’utilizzo dei centri per il rimpatrio dei migranti irregolari trasferiti dall’Italia, affermando che “entro la fine della settimana il 25% dei migranti trattenuti sarà rimpatriato”. Ma le opposizioni contestano duramente i dati e sollevano seri dubbi su trasparenza, legalità e rispetto dei diritti fondamentali.

Secondo la deputata del Partito Democratico Rachele Scarpa, al 27 aprile solo 4 persone risultavano effettivamente rimpatriate, a fronte delle 56 transitate per il centro di Gjader (41 iniziali più 15 recenti). “Le percentuali non tornano”, ha dichiarato la parlamentare, accusando Meloni di strumentalizzare i numeri per scopi politici.

Scarpa contesta anche l’affermazione della premier secondo cui “quasi tutti i trasferiti si sono macchiati di reati molto gravi. È un dato impossibile da verificare, non avendo accesso ai fascicoli giudiziari né a un elenco nominativo”, ha detto la deputata, che visitando il centro ha parlato con diverse persone che affermavano di non avere precedenti penali. “Chi ha già scontato una pena non può essere sottoposto a una seconda punizione solo per il fatto di essere straniero”, ha aggiunto, ricordando che la detenzione nei Cpr è amministrativa, non penale.

Anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha attaccato il governo parlando di “abile mossa da trecartara” e di un “immenso, sadico e inumano flop”. Secondo Magi, i rimpatri avrebbero potuto avvenire direttamente dall’Italia, con minori costi e complicazioni.

L’ex ministro dem Andrea Orlando ha chiesto perché sia necessario trasferire i migranti in Albania per rimpatriarli, sollevando il problema della compatibilità con i diritti fondamentali. Un principio, ha ricordato, che vale anche in casi noti come quello di Enrico Forti.

Il responsabile Sicurezza del Pd Matteo Mauri ha definito i Cpr in Albania “inutili, costosi e opachi”, e ha letto nell’annuncio del 25% “un’ammissione clamorosa” che i rimpatri erano già possibili senza costose strutture all’estero. Ha anche ricordato le donazioni alla Guardia Costiera albanese, tra cui due motovedette e la nave Libra, aumentando così il peso economico dell’operazione.

Scarpa, insieme all’europarlamentare Cecilia Strada, ha anche denunciato gravi criticità emerse durante le ispezioni a Gjader, come la frequenza di eventi critici (2,7 al giorno, in gran parte atti di autolesionismo o tentativi di suicidio), segno di un profondo malessere psicologico tra i trattenuti.

In particolare, viene citato il caso di un cittadino algerino a cui la Corte d’Appello di Roma non ha convalidato il trattenimento. Nonostante ciò, l’uomo è stato comunque trattenuto in Albania, sottoposto a un’audizione illegittima per la protezione internazionale senza la presenza del suo avvocato di fiducia, e successivamente riportato in Italia al Cpr di Bari, senza che il legale ne fosse informato.

Il caso ha sollevato ulteriori interrogativi sulla legittimità dell’intero sistema, accusato di mancanza di trasparenza, violazioni dei diritti legali e utilizzo disinvolto di informazioni sensibili a fini politici.

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