Roma, 19 aprile 2023 – Anche la Lega è rimasta senza parole di fronte alle dichiarazioni del ministro Francesco Lollobrigida sul presunto rischio di una “sostituzione etnica” in Italia causato dagli arrivi dei migranti. E così, forse più per dovere che per altro, ne ha preso le distanze definendole “veramente brutte”.
Migranti, la Lega prende le distanze dalle parole del ministro Lollobrigida
Nonostante la presa di distanza, il partito di Salvini ha fatto sapere anche di mantenere la stessa posizione rispetto al Decreto Migranti. “La Lega è soddisfatta dell’accordo trovato sulla limitazione della protezione speciale nel decreto Cutro. Il messaggio del governo è chiaro: chi entra illegalmente in Italia non ha la garanzia di restarci, mentre vogliamo salvare chi fugge dalle guerre e chi vuole entrare attraverso canali legali”, ha infatti fatto sapere il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari. Rispetto a quanto detto dal ministro Lollobrigida, però, ammette che lui un’espressione del genere non l’ha mai utilizzata e non la utilizzerebbe.
“Lollobrigida ha pronunciato parole veramente brutte, ha sbagliato la forma e spesso la forma è sostanza. Ma non considero sbagliato il suo ragionamento sulla necessità di aiutare le coppie italiane a fare più figli. Credo anche che non ci sia bisogno di 500mila immigrati per fare alcuni lavori, soprattutto in agricoltura. Dobbiamo piuttosto aiutare gli italiani ad avere un lavoro equo, con uno stipendio equo”, ha invece affermato il vicepresidente al Senato, Gianmarco Centinaio.
“Io non l’avrei detto, l’essere umano merita rispetto al di là del colore della pelle e di tutto, ci sono diritti imprescindibili“, ha poi commentato il presidente della Sicilia, Renato Schifani. In difesa di Lollobrigida, invece, si è esposto il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: “Conosco Lollobrigida da quando aveva 15 anni, l’accusa che gli viene rivolta di “suprematismo bianco” è una balla colossale meritevole di querela. A lui e a tutto il governo la mia solidarietà. La sinistra, accecata dalla perdita di potere, dalla marginalità politica e dalla confusione di contenuti, è unicamente impegnata in una stucchevole guerra di parole. Non contano le storie personali né la sostanza nella gestione del proprio ruolo, cerca parole su cui scatenare futili tempeste mediatiche, spesso screditando l’immagine dell’Italia. Sono contenti così…”.
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