Roma, 20 maggio 2025 – Nel silenzio delle acque del Mediterraneo centrale, continua a consumarsi una delle più gravi crisi umanitarie contemporanee. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), pubblicato il 17 maggio attraverso il suo canale ufficiale su X, almeno 160 persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il mare per raggiungere l’Europa, mentre 234 risultano ancora disperse.
Un bilancio tragico
I dati, aggiornati al 17 maggio, si riferiscono alla rotta che collega l’Africa settentrionale – in particolare la Libia – alle coste dell’Italia. La rotta del Mediterraneo centrale è tristemente nota per essere la più letale al mondo per i migranti.
Oltre alle vittime e ai dispersi, l’OIM segnala che 8.665 persone sono state intercettate in mare e riportate in Libia dalle autorità locali o da missioni coordinate. Questo numero comprende:
- 7.369 uomini
- 895 donne
- 296 minori
- 105 persone di cui non sono noti i dati anagrafici o di genere
La Libia, punto critico della crisi migratoria
La Libia continua a essere un nodo centrale della migrazione verso l’Europa, ma anche uno dei luoghi dove i diritti fondamentali dei migranti vengono più frequentemente violati. Molte delle persone riportate nel Paese finiscono in centri di detenzione, dove le condizioni di vita sono documentate come inumane, secondo numerosi rapporti delle Nazioni Unite e di organizzazioni indipendenti.
Una crisi che esige risposte urgenti
Queste cifre, dietro cui si celano vite spezzate, famiglie distrutte e speranze infrante, richiamano con forza l’attenzione sulla necessità di un approccio strutturale e coordinato alla gestione dei flussi migratori, che metta al centro la dignità umana e il diritto alla vita. Le organizzazioni internazionali continuano a sollecitare i governi europei affinché adottino politiche migratorie più giuste e sicure, garantendo canali legali di accesso e operazioni di salvataggio efficaci.
Il Mediterraneo non può continuare a essere un cimitero invisibile. Ogni numero in questa tragica contabilità rappresenta un essere umano che cercava solo una vita migliore.