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Migranti. Mediterraneo centrale: morti in aumento nel 2024

Roma, 9 luglio 2024 – La rotta del Mediterraneo centrale continua a essere un teatro di tragedie umanitarie. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) in Libia, dall’inizio del 2024 fino al 6 luglio, 399 migranti hanno perso la vita e 487 risultano dispersi mentre cercavano di attraversare questo pericoloso tratto di mare.

L’OIM ha reso noto questi dati attraverso un aggiornamento su X (precedentemente noto come Twitter), evidenziando la drammatica situazione che i migranti affrontano nel tentativo di raggiungere l’Europa. Nonostante i pericoli noti e le numerose campagne di sensibilizzazione, migliaia di persone continuano a rischiare tutto per un futuro migliore.

Nello stesso periodo, le autorità libiche hanno intercettato e riportato in Libia 9.578 migranti. Di questi, 8.480 sono uomini, 641 donne, 321 minori e 136 persone per cui non sono disponibili dati di genere. Questi numeri rappresentano solo una parte della complessità della crisi migratoria in atto, che coinvolge individui provenienti da vari paesi dell’Africa e del Medio Oriente.

La Libia, con le sue coste che si affacciano sul Mediterraneo, rimane un punto di partenza cruciale per molti migranti. Tuttavia, le condizioni di vita nei centri di detenzione libici sono spesso disumane, con rapporti frequenti di abusi, sovraffollamento e mancanza di servizi di base. Questo rende la situazione ancora più disperata per coloro che vengono riportati indietro.

Le organizzazioni umanitarie continuano a sollecitare un’azione concertata da parte della comunità internazionale per affrontare le cause alla radice della migrazione forzata, migliorare le condizioni nei paesi di origine e garantire percorsi sicuri e legali per chi cerca protezione.

Nel frattempo, il Mediterraneo centrale rimane una delle rotte migratorie più letali al mondo. La comunità internazionale è chiamata a rispondere a questa crisi con urgenza e umanità, affinché le vite perse non siano vane e si possano trovare soluzioni sostenibili e rispettose dei diritti umani per i migranti e rifugiati.

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