Roma, 15 gennaio 2021 – Nell’anniversario dell’undicesimo anno dalla rivolta di Rosarno, le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti agricoli stranieri impiegati nella raccolta agrumicola nella Piana di Gioia Tauro appaiono “quanto mai drammatiche, non solo per il persistere dei fenomeni di grave sfruttamento lavorativo, ma per la crescente precarietà delle condizioni socio-abitative e di salute”.
E’ quanto si legge in una nota di Medu (Medici per i Diritti Umani).
“La pandemia – prosegue la nota – ha trovato terreno fertile presso gli insediamenti precari dove la promiscuità abitativa e le pessime condizioni igienico-sanitarie hanno favorito una rapida diffusione del contagio. E d’altra parte il sistema sanitario locale, più volte commissariato e gravemente carente in termini di risorse, non è riuscito a pianificare e mettere in atto misure efficaci in termini di screening e contenimento del virus”.