Roma, 6 novembre 2017 – “La diffidenza e la paura sono sentimenti legittimi, ma devono essere capiti e gestiti”. Lo ha spiegato il ministro dell’Interno, Marco Minniti, nel corso di una intervista al Messaggero. Il responsabile del Viminale fa un bilancio della strategia di controllo dei flussi migratori: “l’accoglienza ha un limite, perciò abbiamo lavorato sul governo dei flussi che nell’ultimo anno sono diminuiti del 30,13%”. Non c’è, afferma, nessuna “emergenza”. Concetto che Minniti biasima a priori: “La strategia che abbiamo messo in campo è esattamente il contrario dell’emergenza. Sull’emergenza, valutazione di carattere politico, cresce il populismo”. “Gli sbarchi sono in netta diminuzione”, “stiamo governando il fenomeno”, e cita le cifre: “il 5 di luglio il dato era +19%, e ricordo che c’era giustamente tensione. Si parlava di 250 mila persone pronte a partire. Da luglio a oggi sono circa il 50% in meno. Il mese di ottobre era il più delicato: l’anno scorso sono arrivate 27.384 persone, il picco più alto. Quest’anno sono state 5.984, meno 78%”. Insomma “la paura è un sentimento profondo. Il compito di una democrazia, di una cultura riformista, è ascoltare quelli che hanno paura, senza biasimarli”, ed invece “il populismo soffia sulla paura”. Qualcuno dice che lei potrebbe essere il futuro premier, che effetto le fa?, viene chiesto dal quotidiano. “Non mi fa nessuno effetto, perché la considero una ipotesi del terzo tipo, dell’irrealtà. Più banalmente non esiste”
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Migranti. Minniti: la paura va ascoltata
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