Roma, 8 marzo 2017 – “In Italia viviamo una condizione tale che ci costringe a lavorare soprattutto sull’emergenza e in emergenza”: cosi’ – riferisce il Sir, Servizio informativo religioso – monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nel corso dell’incontro ecumenico con la delegazione della Chiesa evangelica della Vestfalia (Germania) sull’accoglienza dei migranti.
“A chi arriva, noi, come uomini e come donne prima ancora che come credenti, dobbiamo dare anzitutto aiuto e accoglienza”, ha detto monsignor Galantino, aggiungendo: “Questo nonostante un certo malumore che si respira in alcune frange della politica e della societa’ che non vorrebbero assolutamente sentir parlare di immigrazione e speculano su questo dramma sottolineandone solo gli aspetti problematici”.
Per il vescovo, vanno contrastati gli stereotipi, come “il fatto che alcuni immigrati siano coinvolti in episodi di criminalita’. Episodi che, va detto, risultano del tutto minoritari. Oppure, l’associare i migranti ai terroristi, quando sappiamo bene che i terroristi non arrivano sui barconi perché, purtroppo, hanno ben altri mezzi”. Un contesto in cui “la Chiesa in Italia si trova a dover far fronte a due livelli di difficolta’. Il primo e’ l’emergenza, il secondo e’ rappresentato dalla cattiveria e dalla volgarita’ con cui uomini e donne di Chiesa sono ‘accusati’ di accogliere”, ha sottolineato il segretario generale, concludendo: “Vi sono minoranze chiassose per le quali la Chiesa e’ ‘colpevole’ di immigrazione. Ma tutto questo non ci ha fermato”.