Roma, 15 ottobre 2024 – Monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per l’immigrazione e della fondazione Migrantes, esprime amarezza per l’accordo tra Italia e Albania sulla gestione delle richieste d’asilo dei migranti. L’accordo, entrato ora in vigore, prevede l’allestimento di centri in Albania per trattenere i migranti mentre attendono l’esito delle procedure d’asilo. Perego critica duramente l’iniziativa, definendola una transizione “dai muri alle prigioni”, con strutture che impediscono la libertà di movimento e senza accesso a cellulari.
Migranti, Perego: “In Albania dai muri alle prigioni”
L’accordo, che costerà quasi un miliardo di euro, è visto come uno spreco di risorse con un impatto limitato, dato che la capacità di questi centri è di poche migliaia di persone rispetto ai 52.000 migranti già sbarcati in Italia nel 2024. Il monsignore auspica una condanna della Corte europea dei diritti umani, richiamando anche la recente sentenza contro Cipro per il trattamento inadeguato di migranti. Perego, inoltre, critica l’uso delle navi, un tempo impegnate in operazioni di soccorso come Mare Nostrum, per trasportare i migranti nei centri albanesi, sottolineando la contraddizione morale e il rischio di divisione familiare. Anche le dichiarazioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sono messe in discussione. Perego, infatti, spera che un’informazione più precisa possa portarla a riconsiderare il suo sostegno a queste politiche.
Il monsignore, infine, conclude con un richiamo ai valori cristiani e alla dignità umana, chiedendo una riflessione più profonda da parte dell’Europa sulle sue origini e sul rispetto dei diritti fondamentali, piuttosto che proseguire in una deriva politica basata sul respingimento dei migranti.
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