Roma, 13 novembre 2024 – Sara Kelany, deputata di Fratelli d’Italia, ha presentato un emendamento che potrebbe cambiare l’approccio della giustizia italiana in materia di immigrazione. La misura, definita dall’opposizione “emendamento Musk” e giudicata “irricevibile”, prevede che la competenza sulla convalida dei provvedimenti di trattenimento dei migranti passi dalla sezione specializzata del tribunale alla Corte d’Appello. Questa proposta giunge a pochi giorni dalla decisione della sezione specializzata di sospendere la convalida del fermo di sette migranti nel centro di Gjader, in Albania.
Migranti, la proposta di Fratelli d’Italia
Nel testo dell’emendamento si legge che le attuali disposizioni, che delegano la convalida “al tribunale sede della sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea”, saranno modificate per trasferire la competenza “alla corte d’appello competente per la convalida”. Un ulteriore emendamento stabilisce che ogni provvedimento di trattenimento o proroga da parte del questore sia redatto in forma scritta, motivato e trasmesso alla corte d’appello entro 48 ore.
L’emendamento ha immediatamente suscitato reazioni da parte di magistrati e politici. Giovanni Zaccaro, segretario dell’associazione Area, ha espresso perplessità rispetto alla modifica, sottolineando che spostare la competenza alle Corti d’Appello, già gravate da enormi arretrati, potrebbe rallentare i procedimenti: “Così si sottrae la competenza ai giudici specializzati nella materia e la si sposta alle Corti di appello, già in affanno per raggiungere gli obiettivi concordati con l’Europa”. Dall’opposizione, Riccardo Magi di +Europa ha definito la proposta un “tentativo isterico di cambiare i giudici dei provvedimenti relativi all’Albania”, e ha avvertito delle possibili conseguenze sul carico di lavoro delle Corti d’appello, già sotto pressione.
L’emendamento Kelany si inserisce così in un dibattito acceso sull’immigrazione e sulle procedure di trattenimento, con posizioni politiche opposte che riflettono profonde divergenze sulle modalità di gestione del fenomeno.
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