Roma, 30 ottobre 2023 – Negli ultimi anni, l’Europa è stata teatro di flussi migratori sempre più massicci. Tra uno sbarco e l’altro, però, ciò che si perde di vista sono le storie individuali che si nascondono dietro ai numeri impressionanti. Oltre 2.440 persone sono morte o disperse nel Mediterraneo quest’anno, ma raramente ci soffermiamo a considerare chi erano, e cosa le ha spinte a rischiare tutto per cercare una vita migliore.
Migranti, MSF: “L’Ue deve cambiare approccio”
Medici Senza Frontiere ha testimoniato di prima mano le terribili conseguenze dei pericolosi viaggi che le persone intraprendono per raggiungere l’Europa. La violenza, le torture, le sofferenze lungo il cammino sono spesso solo l’inizio di un percorso che porta a una condizione di estrema vulnerabilità. “Le nostre équipe che lavorano in Italia, in Grecia, nei Balcani e nel Mediterraneo vedono quotidianamente sulla salute delle persone in transito le conseguenze dei viaggi lunghi e pericolosi che hanno intrapreso e l’impatto dell’assenza di canali di accesso sicuri all’Europa. Chi sopravvive, dopo aver sofferto inenarrabili violenze, torture, oppressione ed esperienze traumatiche lungo i difficili percorsi migratori”, dichiara infatti Msf. Non appena arrivano a destinazione, poi, le ferite fisiche possono guarire, ma quelle psicologiche e i traumi delle esperienze subite durano a lungo, e richiedono non solo tempo per rimarginarsi, ma soprattutto cure adeguate.
“Per questo l’attenzione alla salute mentale delle persone migranti è fondamentale. Richiede impegno e personale qualificato per un’identificazione precoce delle condizioni psicologiche e una presa in carico tempestiva. Respingimenti, detenzioni arbitrarie, abusi sono solo alcune delle ulteriori sofferenze che devono subire le persone che riescono a proseguire il loro viaggio verso l’Europa. Con ulteriori e terribili conseguenze per la loro salute. Lo vediamo a Ventimiglia, dove un team di Msf ha curato dallo scorso febbraio oltre 860 persone che hanno cercato di attraversare il confine con la Francia e sono state respinte in Italia.”, sottolineano inoltre.
Nonostante gli sforzi dell’Unione europea per esternalizzare il controllo delle frontiere, nonostante la conoscenza rispetto ai rischi a cui si può andare incontro, però, i flussi dei migranti continuano a crescere. E gli accordi siglati con paesi come la Turchia, la Libia e la Tunisia non hanno sortito gli effetti sperati. Piuttosto, hanno contribuito ad aumentare le violazioni dei diritti umani e le sofferenze delle persone in cerca di sicurezza.
L’appello lanciato da Medici Senza Frontiere, quindi, è chiaro: è urgente che l’Unione europea cambi il suo approccio alla migrazione. Fino a quando non verranno adottate politiche più umane, infatti, le persone continueranno a soffrire e a morire nel tentativo di cercare una vita migliore.
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