Roma, 2 gennaio 2024 – La nave umanitaria Ocean Viking, gestita dall’ONG Sos Mediterranée, si trova nuovamente al centro di una controversia a causa di un sequestro amministrativo a Bari, per una presunta “violazione del decreto Piantedosi”. Secondo le autorità, infatti, la nave avrebbe effettuato una deviazione del percorso verso il porto sicuro di Bari per soccorrere alcuni migranti. Questo episodio rappresenta il terzo sequestro subito dalla nave, dopo quelli di luglio a Civitavecchia e di novembre ad Ortona.
Migranti, la Ocean Viking ancora sotto sequestro
La ONG Sos Mediterranée, attraverso un post su X, ha dichiarato che la deviazione era minima e non ha causato ritardi significativi nel viaggio di quasi 3 giorni. I soccorsi di “244 migranti”, tra l’altro, “erano stati effettuati sotto il coordinamento delle autorità marittime”, ha spiegato la Ong. Per questo definisce la “legge ingiusta, che punisce i soccorritori umanitari per aver svolto quel lavoro che gli Stati non riescono a fare nel Mediterraneo“. Le accuse italiane, tuttavia, si basano sulla presunta “inosservanza” delle istruzioni di procedere direttamente verso il luogo di sicurezza assegnato.
“Se seguire il diritto marittimo internazionale è un crimine, noi siamo colpevoli“, ha commentato Anita, coordinatrice della ricerca e del soccorso a bordo della Ocean Viking. “Mentre cambiavamo rotta per renderci disponibili a prestare assistenza ad almeno 70 persone in pericolo vicino alla nostra nave. Abbiamo chiaramente dichiarato che avremmo ripreso la nostra rotta originale verso Bari non appena fossimo stati sollevati dall’obbligo di prestare assistenza da un’autorità competente. Senza alcuna indicazione che qualcun altro stesse venendo in soccorso di queste persone in difficoltà, semplicemente non avevamo altra scelta legale e morale se non quella di rispondere a questo allarme. Qualsiasi altra cosa sarebbe stata una violazione del diritto internazionale.
Eppure stiamo pagando questa piccola deviazione. Che non ha portato a un ritardo nel viaggio di quasi 3 giorni verso il porto assegnato a Bari, con il secondo fermo in due mesi. Questo decreto legge, introdotto quasi esattamente un anno fa, è l’ultimo tentativo di un governo europeo di ostacolare l’assistenza alle persone in difficoltà in mare. È stato concepito per tenere le navi SAR fuori dal Mediterraneo centrale per periodi prolungati. E ridurre la nostra capacità di aiutare le persone in difficoltà. Il che porterà inevitabilmente a un numero maggiore di persone che annegano tragicamente in mare”, ha dichiarato infine.
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