Roma, 7 giugno 2022 – Finte assunzioni, falsi matrimoni, un vero e proprio business per far ottenere ai migranti irregolari il permesso di soggiorno. E’ quanto scoperto grazie all’indagine portata avanti dalla Squadra Mobile e dall’Ufficio immigrazione della questura di Padova. Ricerche che hanno condotto a inserire sette persone nella lista degli indagati.
Migranti e permessi di soggiorno: indagate sette persone a Padova
A far scattare i controlli è stato l’alto numero di dichiarazioni di assunzione per le stesse società, una cifra non in linea con le attività realmente svolte. Non è ancora chiaro quante persone siano state coinvolte in questo business. Secondo quanto emerso, però, pare che siano stati almeno una decina i finti contratti stilati. E che, addirittura, a un cittadino albanese sia stata fatta sposare una donna cinese con lo scopo di ottenere il permesso di soggiorno. L’uomo, però, una volta scoperto l’inganno, ha presentato prima un esposto all’Ordine degli Avvocati e poi alla Polizia.
Al centro dell’inchiesta è risultata in particolare una donna di origine cinese, accusata di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di sue connazionali. L’attività si svolgeva all’interno di appartamenti apparentemente gestiti come centri massaggi, uno a Padova e l’altro a Codroipo, in provincia di Udine. Inoltre, in seguito a una perquisizione svolta a febbraio in casa della donna, sono stati trovati diversi passaporti e carte d’identità di connazionali cinesi. E diversi certificati anagrafici di alcuni uomini italiani. Grazie ai guadagni legati alle regolarizzazioni e all’attività di prostituzione, la donna stava programmando non solo alcuni investimenti finanziari, ma anche l’apertura di tre centri massaggi a Bari, Roma e Sicilia.
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