Roma, 8 settembre 2018 – I Carabinieri hanno consegnato al ministro dell’Interno, nonché vicepremier, Matteo Salvini, l’atto con il quale il Tribunale dei ministri di Palermo notifica la contestazione del reato di sequestro di persona aggravato, correlato alla vicenda dei migranti trattenuti alcuni giorni, ad agosto, su nave Diciotti. Cadono gli altri tre reati ipotizzati: il sequestro di persona a scopo di coazione (l’ipotesi più grave), l’abuso d’ufficio e l’omissione di atti d’ufficio. La Procura di Palermo ha inviato al tribunale dei ministri gli atti dell’inchiesta sul ministro dell’Interno Matteo Salvini, relativamente al blocco dei migranti a bordo della nave della Guardia Costiera “Diciotti” nel porto di Catania con oltre 150 migranti a bordo. Il reato ipotizzato è quello di sequestro di persona aggravato, “commesso nel territorio siciliano fino al 25 agosto 2018 – si legge in una nota del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi – in pregiudizio di numerosi soggetti stranieri”. Dunque, dei quattro reati contestati dalla procura di Agrigento al responsabile del Viminale e al suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi resta il sequestro di persona, cadono il sequestro di persona a scopo di coazione (l’ipotesi più grave), l’abuso d’ufficio e l’omissione di atti d’ufficio. Il ministro ha aperto in diretta facebook la lettera inviata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. “Interrogatemi domani, vengo a piedi a Palermo domani a spiegare cosa ho fatto, mi costituisco. Io avrei privato della libertà personale questi migranti che sono scappati, scomparsi, che non vogliono dare le generalità”, ha commentato.
Migranti. Sequestro di persona: indagato Salvini
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